Implementare la terapia del dolore nei centri pediatrici, cominciando dall’introdurre in tutti i reparti di pediatria italiani l’autovalutazione del proprio livello d’intervento sul dolore del bambino. E’ l’obiettivo della campagna ‘Spegni il dolore’, realizzata su iniziativa dell’associazione Vivere senza dolore. Lo scopo è stabilire uno schema di valutazione che permetta di definire il livello di gestione del dolore pediatrico: individuare le criticità, monitorare gli interventi e costruire una condivisione operativa con le strutture. L’iniziativa persegue inoltre l’obiettivo di creare il network ‘La rete delle lampade’, simboleggiato da veri e propri punti luce realizzati dai piccoli ricoverati, per arrivare a una rete di ospedali pediatrici senza dolore. Nove centri pediatrici italiani di terzo livello hanno aderito alla prima fase del progetto, realizzato da un board di esperti (clinici, bioeticisti, rappresentanti delle istituzioni, giornalisti e infermieri), coordinati dall’Istituto Mario Negri di Milano. Dallo studio è emerso che nel 77,8% dei centri è presente un Centro di riferimento di terapia del dolore e cure palliative pediatriche (Cpp) regionale operativo; l’88,9% degli ospedali dispone di un’attività di sedo-analgesia per la gestione del dolore da procedura maggiore; nel 100% delle strutture ci sono istruzioni operative per la misurazione del dolore specifiche sia per il neonato sia per il bambino. “‘Spegni il dolore, la rete delle lampade’ è un progetto estremamente utile e attuale perché fornisce ad ogni ospedale uno strumento che permette di monitorare, nella propria realtà, il livello di qualità dell’approccio al dolore pediatrico e di identificare eventuali criticità su cui concentrare i necessari interventi correttivi – commenta Franca Benini, responsabile del Centro regionale veneto di terapia del dolore e cure palliative pediatriche, Dipartimento della Salute della donna e del bambino dell’Università di Padova – I risultati ottenuti in questa prima fase confermano che vi è una nuova attenzione al dolore nel bambino e che finalmente, attraverso la messa a disposizione di risorse, competenze e strategie dedicate, le cose stanno cambiando”. “Siamo molto orgogliosi di essere riusciti a realizzare questo strumento e a dare il via a un suo utilizzo su tutto il territorio nazionale – afferma Marta Gentili, presidente di Vivere senza dolore – Grazie al lavoro congiunto con la Fondazione Maruzza e al supporto dell’associazione Hope Onlus, abbiamo portato a termine un progetto di grande importanza per la cura del dolore pediatrico: il nostro obiettivo è quello di implementare la terapia del dolore pediatrico negli ospedali, dall’attuale 75% al 100%, grazie anche a un incremento del sistema di collaborazione tra ospedale ed associazioni, che oggi è in essere nel 55,6% delle strutture”. “Quando si parla di qualità di vita di un bambino non si può non fare riferimento alla dimensione-dolore, sintomo cardine che deve assolutamente essere valutato, quantificato e debellato. Tale progetto lo pone come priorità assoluta”, sottolinea Momcilo Jankovic, Clinica pediatrica Università di Milano Bicocca, Fondazione Mbbm, Monza. “La terapia del dolore nel bambino presenta un singolare paradosso – osserva Fabio Borrometi, responsabile del Centro di terapia del dolore e cure palliative pediatriche della Aorn Santobono- Pausilipon di Napoli – Spesso il bambino riceve meno cure e meno farmaci per il dolore, rispetto a quanto auspicato. Il progetto consente a ciascun centro di fare un’oggettiva analisi di quanto realmente viene fatto per controllare un sintomo così spiacevole per i piccoli pazienti. Migliorare le conoscenze su questo tema, promuovere la misura del dolore, definire percorsi e protocolli e formare specialisti dedicati sono le risposte che il progetto suggerisce per un approccio più attento ed efficace alla cura del bambino con dolore”. (AdnKronos)