Sull’Africa equatoriale comincia la stagione dei violenti temporali, osservati cumulonembi di oltre 17 km

MeteoWeb

Con l’avanzare della primavera boreale e il passaggio allo “Zenit” del sole sull’Africa equatoriale inizia la stagione dei temporali. Come si sa lungo l’equatore l’insorgenza di forti manifestazioni temporalesche, specie durante il pomeriggio e la serata, è molto comune. Anzi rappresenta una delle caratteristiche principali delle grandi turbolenze che si innescano a ridosso del “fronte di convergenza intertropicale”, noto con la sigla di “ITCZ”, una estesa cintura di bassa pressione, di natura termica, nei bassi strati, che circonda la terra attorno l’equatore. Il regime di bassa pressione termica (valori che possono scendere sotto i 1005 hpa), che predomina lunga la fascia equatoriale, è originato dal costante riscaldamento e dalla convergenza degli Alisei di NE e SE che convogliano masse d’aria molto umide e calde proprio attorno l’equatore. Convergendo fra di loro gli Alisei costringono le umide masse d’aria che raggiungono l’area equatoriale e la fascia sub-equatoriale ad innalzarsi verso l‘alto, agevolando la formazione di forti moti convettivi (correnti ascensionali particolarmente intense e turbolenti) che alimentano lo sviluppo di imponenti nubi cumuliformi (cumulonembi temporaleschi che possono raggiungere anche i 16-17 km di altezza, fino al limite più basso della stratosfera, rappresentando un pericolo per la navigazione aerea nelle rotte intercontinentali), capaci di dare luogo a forti temporali e rovesci di pioggia (alle volte accompagnate da impetuose raffiche di “downburst”) anche violenti, solitamente concentrati durante le ore pomeridiane e serali.

Nei giorni scorsi, fra il bacino del Congo, il Gabon e l’Angola, è stato possibile osservare il passaggio di sistemi convettivi davvero enormi, molto più intensi dei comuni temporali che quotidianamente nascono sull’equatore e sopra le vaste distese del bacino congolese, il regno della grande foresta pluviale africana (per molti lembi ancora vergine e incontaminata). Generalmente questi sistemi temporaleschi a mesoscala si formano fra il sud della Repubblica Centrafricana e il nord del Congo, dove a partire dalla tarda mattinata si generano le prime grosse “Cellule temporalesche”, che crescono con grande rapidità grazie all’alimentazione di aria molto calda e ricca di umidità presente nei bassi strati. Durante lo stadio giovanile di maturazione le varie “Celle temporalesche” cominciano a gonfiarsi e ad esplodere verso l’alta troposfera, data la presenza di fortissimi “updrafts” (fortissime correnti ascensionali) che alimentato la crescita dei cumulonembi termici, generando un enorme barriera di nubi cumuliformi, alte fino a più di 14-15 km, le quali cominciano ad interagire e ad unificarsi fra loro, generando un vasto “Cluster a Multicella”, composto da varie “Cellule temporalesche” autonome, che dal nord dell’Angola e dal Congo si estendeva in direzione del Gabon e della Guinea Equatoriale.

In questa fase, in cui la convenzione si diviene particolarmente violenta, scoppiano i primi fortissimi fenomeni temporaleschi, caratterizzati da intensi acquazzoni e attività elettrica, con una miriade di fulminazioni al minuto. In questo caso lo scoppio della convezione molto profonda è dettato dallo sviluppo di una linea di convergenza nei bassi strati, fra le umide correnti da Sud e SO, sospinte dal flusso marittimo del “Monsone di Guinea”, che risale fino alle coste che si affacciano sul Golfo di Guinea, e le più calde e secche correnti da Est ed E-NE d‘estrazione continentale, legate al caldo e secco vento di “Harmattan” (non sarebbe altro che l’Aliseo di NE che scorre sopra la regione sahariana), contribuisce ad esaltare l’attività convettiva, formando una grande “linea di convenzione” che si è estesa per centinaia di chilometri, spostandosi verso ovest-sud/ovest, seguendo l’andamento del fronte temporalesco.

In molte località interessate dal transito di questi fronti temporaleschi durante l’arrivo dei temporali e dei forti rovesci di pioggia annessi il vento generalmente tende bruscamente a ruotare dai quadranti meridionali per disporsi da E-NE o dai quadranti orientali, con raffiche molto turbolenti e molto intense che accompagnano i fenomeni violenti. Ma oltre alla convergenza venti alle basse quote, tutt’altro che rara in questo periodo dell’anno sull’Africa equatoriale, questi sistemi temporaleschi, organizzati sul modello analogo di una “Squall line”, è ulteriormente accresciuto dalla presenza di una importante azione “divergente” nell’alta troposfera, vista la presenza (come è normale a queste latitudini) di correnti piuttosto intense provenienti da Ovest o da O-SO, cioè un verso totalmente contrario rispetto ai venti orientali che dominano nella media e bassa troposfera.

Spesso proprio da queste aree, in zone caratterizzate da profonda convenzione (forti moti ascensionali), si genera il flusso del ramo principale della “Easterly African Jet Stream” che si sposta dall’Africa equatoriale verso l’Atlantico. Difatti, espandendosi verso l’alto, la sommità dei mostruosi cumulonembi è stata toccata da forti correnti occidentali che spiravano nell’alta troposfera che hanno inasprito lo “Shear verticale”, dando notevole vigore e durata ai temporali.

Le moviole satellitari infatti mostravano che lungo la coda di questi fronti temporaleschi si estende una estesa nuvolosità cirriforme (o falsi cirri), con moto diffluente rispetto alla traiettoria del sistema temporalesco, derivata dal dissolvimento delle incudini dei cumulonembi vecchi che venivano letteralmente strappate dall’area di massima convenzione dalle forti correnti occidentali presenti in alta quota.

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