Con l’avanzare della primavera boreale e il passaggio allo “Zenit” del sole sull’Africa equatoriale inizia la stagione dei temporali. Come si sa lungo l’equatore l’insorgenza di forti manifestazioni temporalesche, specie durante il pomeriggio e la serata, è molto comune. Anzi rappresenta una delle caratteristiche principali delle grandi turbolenze che si innescano a ridosso del “fronte di convergenza intertropicale”, noto con la sigla di “ITCZ”, una estesa cintura di bassa pressione, di natura termica, nei bassi strati, che circonda la terra attorno l’equatore. Il regime di bassa pressione termica (valori che possono scendere sotto i 1005 hpa), che predomina lunga la fascia equatoriale, è originato dal costante riscaldamento e dalla convergenza degli Alisei di NE e SE che convogliano masse d’aria molto umide e calde proprio attorno l’equatore. Convergendo fra di loro gli Alisei costringono le umide masse d’aria che raggiungono l’area equatoriale e la fascia sub-equatoriale ad innalzarsi verso l‘alto, agevolando la formazione di forti moti convettivi (correnti ascensionali particolarmente intense e turbolenti) che alimentano lo sviluppo di imponenti nubi cumuliformi (cumulonembi temporaleschi che possono raggiungere anche i 16-17 km di altezza, fino al limite più basso della stratosfera, rappresentando un pericolo per la navigazione aerea nelle rotte intercontinentali), capaci di dare luogo a forti temporali e rovesci di pioggia (alle volte accompagnate da impetuose raffiche di “downburst”) anche violenti, solitamente concentrati durante le ore pomeridiane e serali.
Sull’Africa equatoriale comincia la stagione dei violenti temporali, osservati cumulonembi di oltre 17 km
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