“Il Borgo di Arquata, Pescara del Tronto o anche le altre frazioni piu’ danneggiate dal Terremoto, se non sarà più possibile farlo nei luoghi di origine, andranno ricostruite in zone e aree sicure ma individuate assieme ai cittadini del paese e agli amministratori. L’accordo in questo senso dovra’ essere massimo“. Lo afferma il vicesindaco di Arquata del Tronto, Michele Franchi. “E’ chiaro se non ci sono le condizioni idrogeologiche adatte per ricostruire tutto come era prima, e dove era prima“, aggiunge Franchi, rispondendo indirettamente al commissario per la ricostruzione Vasco Errani che aveva detto che certamente non si potrà tornare agli anni Settanta, “si dovranno cercare alternative il più possibile concordate con i residenti del posto, che non possono essere costretti ad andare via. Questo vale tanto più per le frazioni rase al suolo come Pescara del Tronto, ma in parte anche per il capoluogo. Non si potrà prescindere da una condivisione di queste scelte”. Intanto, ad Arquata prosegue la realizzazione della prima area per le casette e stanno partendo i lavori per la seconda. A breve verranno appaltati i lavori anche per gli altri quattro villaggi. Continua anche l’opera di rimozione delle macerie, soprattutto per liberare le strade delle frazioni colpite, laddove è più urgente. Ad Arquata il terremoto causò la morte di 51 persone.