“A oggi non c’è un rapporto causa-effetto accertato che indichi che l’uso del telefono cellulare aumenta il rischio di cancro”. Carmine Pinto, presidente dell’Aiom, l’associazione italiana di oncologia medica, commenta cosi’ all’Agi la sentenza del tribunale di Ivrea che ha invece riconosciuto un risarcimento a un dipendente Telecom ammalatosi di tumore per colpa, secondo il giudice, proprio del telefonino
“Non conosco la sentenza – premette Pinto – ma posso dire che in 20 anni la letteratura scientifica non ha prodotto evidenze certe sulla correlazione tra cellulari e cancro, ci sono diversi studi contraddittori, non esaustivi”. Il punto, ricorda l’oncologo, e’ che i cellulari emettono campi elettromagnetici a bassa frequenza, e “su questi campi non ci sono studi completi. Non ci sono prove che anche basse frequenze riescano a influire sui neuroni tanto da provocare un cancro cerebrale. Anche perche’, dal momento che l’irradiamento di questo tipo di campi e’ molto tenue, ci vogliono 30 anni per poter valutare in maniera attendibile i possibili effetti sul cervello. Senza contare che in questi decenni la tecnologia e’ enormemente cambiata, ed e’ difficile fare comparazioni”. Insomma, la scienza ancora non si pronuncia: “Noi come medici – conclude Pinto – in attesa di studi piu’ esaustivi possiamo dare regole di buon senso, sempre le solite. Non stare a lungo al cellulare, usare l’auricolare, in generale utilizzare correttamente il telefono, senza esagerare”.