“L’uso prolungato del cellulare fa male al cervello. Meglio quindi usarlo poco e per brevi periodi di tempo. Se proprio non se ne puo’ fare a meno, utilizzate gli auricolari o, in assenza, cambiate orecchio ogni 5 minuti durante la chiamata”. Lo ha detto all’AGI Paolo Maria Rossini, direttore dell’Unita’ di Neurologia del Policlinico Universitario Agostino Gemelli di Roma, che non e’ affatto stupito della sentenza del Trbunale di Ivrea che di fatto riconosce un legame tra uso del cellulare e cancro.
“Non e’ certamente una novita'”, ha commentato Rossini. “Gia’ nel 2011 – ha continuato – l’Organizzazione mondiale della sanita’ ha classificato le emissioni in radiofrequenze dei cellulari come ‘possibili cancerogeni'”. Secondo il neurologo “i cellulari producono un’emissione di un fascio di onde elettromagnetiche che impattano sul cranio dalla parte dove e’ accostato l’orecchio e raggiungono la zona di cervello sottostante per tutto il tempo della chiamata. Sappiamo che queste emissioni aumentano l’eccitabilita’ dei neruoni che raggiungono. Questo puo’ non avere nessuna conseguenza o risultare dannoso a seconda delle caratteristiche dei neuroni raggiunti”. In pratica, l’uso prolungato del cellulare puo’ effettivamente creare un danno al cervello. “Puo’ ad esempio favorire la cancerogenesi nei neuroni piu’ suscettibili”, ha sottolineato Rossini. Inoltre pare che il cellulare possa essere ancora piu’ pericoloso tra i bambini e gli adolescenti. “L’effetto delle onde elettromagnetiche sul cervello – ha spiegato l’esperto – e’ cumulabile: prima inizia l’esposizione, piu’ e’ duratura e piu’ fa male. Inoltre, potrebbe avere effetti piu’ significativi sui cervelli in via di sviluppo”.