Una donna di 52 anni, impiegata al Cmp di Sesto Fiorentino di Poste Italiane, sarebbe stata discriminata dall’azienda perché a casa per malattia, un tumore al seno. Lo denuncia la Slc-Cgil della Toscana, che ha esposto il caso a Firenze in una conferenza stampa. Secondo il sindacato, la donna, assente dal lavoro da dicembre dopo la scoperta del tumore, operata a fine marzo e ora in attesa di iniziare la chemioterapia, sarebbe stata scavalcata da sette dipendenti che erano sotto di lei in graduatoria per il trasferimento dal Cmp ad un lavoro di sportello. Un lavoro, peraltro, meno gravoso rispetto a quello di carico, scarico e smistamento della corrispondenza effettuato nel centro di Sesto. La donna era stata dichiarata idonea al lavoro di sportello nel 2008 e, sostiene la Cgil, non ha mai rinunciato al trasferimento. L’azienda non le ha dato alcuna spiegazione per quanto accaduto, lamenta il sindacato, che a sua volta non ha ottenuto risposta alla lettera inviata un mese fa, l’8 marzo, ai responsabili delle risorse umane. “Non può passare – accusa la Cgil – il principio secondo cui un lavoratore malato viene messo da parte”.
Poste Italiane, da parte sua, smentisce con forza la notizia riportata da fonti sindacali su una presunta discriminazione ai danni di una dipendente malata oncologica. “L’Azienda – si legge in una nota – tiene nella dovuta attenzione la legittima aspirazione della donna a ottenere il trasferimento presso un ufficio postale come addetta allo sportello. Poste Italiane attenderà, quindi, che le condizioni di salute della donna le permettano di sostenere i necessari colloqui di selezione per il posto a cui la dipendente si è candidata. Nessuna discriminazione, dunque; anzi, l’azienda coglie l’occasione per ribadire la vicinanza alla collega in attesa che possa sostenere l’incontro di valutazione”.