Vaccini: allarme per la rapida crescita del morbillo in Italia, 1.387 casi nel 2016

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Risulta “allarmante” anche per l’Organizzazione mondiale della sanità il rapido trend di crescita dei casi italiani di morbillo: si passa dai 265 a gennaio 2017 ai 419 registrati a febbraio. A dicembre 2016 erano 90, a novembre 84, 76 a ottobre, 56 a settembre. Dei 6.186 casi registrati in tutta la regione europea, quelli italiani rappresentano da soli oltre il 22% del totale. “Abbassare i livelli di copertura vaccinale – commenta Flavia Bustreo, vice direttore generale Salute della famiglia, delle donne e dei bambini dell’Oms – permetterà il ritorno di malattie mortali che avevamo debellato. Tra il 2000 e il 2015 il vaccino ha impedito 20,3 milioni di morti nel mondo, ma gli ultimi dati dimostrano che è quanto mai urgente tornare a promuovere con efficacia, determinazione e, soprattutto, chiarezza i benefici della vaccinazione“. In Italia nell’ultimo anno, ricorda l’Oms, si sono registrati 1.387 casi di morbillo. È il numero più alto in Europa, secondo solo al dato della Romania (2702 infezioni) e ben superiore a quello di altri paesi ‘vicini’: 365 in Germania, 145 in Polonia, 126 in Francia, 105 in Svizzera, 92 in Belgio, 89 in Austria. Sono solo alcuni dei dati che verranno diffusi in contemporanea con la Settimana mondiale dell’Immunizzazione #VaccineWork, che l’Oms promuove da oggi fino al 30 aprile. Nel contesto di questi ultimi dati globali, “risulta allarmante il rapido trend di crescita dei casi italiani di morbillo“, ribadisce l’Oms. “Siamo incredibilmente fortunati a vivere in un’epoca che ha riconosciuto e sfruttato con successo il potere della vaccinazione, ma a causa della diffusione di bufale e falsi miti, spesso alimentati da ingiustificati allarmismi mediatici, stiamo rischiando di fare pericolosi passi indietro. I vaccini – evidenzia Bustreo – sono sicuri e vantaggiosi, non vi è alcuna base scientifica che provi legame o correlazione tra questi e alcune patologie come, per esempio, l’autismo“. A livello globale 19.4 milioni di bambini nel mondo non sono ancora pienamente protetti da malattie facilmente evitabili e prevenibili dai vaccini. Tra queste anche il morbillo. Nonostante infatti sia disponibile un vaccino sicuro ed efficace, il morbillo resta infatti una delle principali cause di morte tra i bambini. Nel 2015 ci sono state nel mondo 134.200 decessi a causa di questa malattia infettiva, nella maggior parte dei casi in bambini al di sotto dei 5 anni, circa 367 morti ogni giorno, 15 morti ogni ora. Tra il 2000 e il 2015 si stima che la vaccinazione ha prevenuto circa 20.3 milioni di morti, favorendo un calo dei decessi per morbillo del 79%. Nel 2015 circa l’85% dei bambini nel mondo ha ricevuto una dose di vaccino contro il morbillo entro il primo anno di vita, nel 2000 la copertura era del 73%. Ma nonostante i progressi, ogni anno 1,5 milioni di bambini muoiono ancora a causa di malattie prevenibili attraverso i vaccini. E nonostante sempre più bambini hanno accesso ai programmi di immunizzazione, dal 2010 a oggi l’aumento della copertura globale è stata appena dell’1%. Un progresso molto lento che, evidenzia l’Oms, mette a repentaglio la Salute dei più piccoli. Dei 10,7 milioni neonati che nascono ogni anno in Europa, circa 650.000 non ricevono la serie completa delle tre dosi di vaccino contro difterite, tetano e pertosse nel primo anno; e le popolazioni vulnerabili esistono in tutte le nazioni. “L’immunizzazione – conclude Bustreo – è uno degli strumenti più efficaci a disposizione della sanità pubblica, in termini di capacità di salvare vite umane, e più in generale avere enormi benefici anche economici sull’intera società. Secondo le nostre stime, ogni dollaro investito in immunizzazione restituisce 16 dollari in risparmi sanitari“. Dunque i Paesi europei “devono fornire urgentemente ai loro cittadini informazioni accurate, equilibrate e comprensibili sui rischi delle malattie e sui benefici dell’immunizzazione“, sollecita l’esperta.

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