Dieci vitigni antichi siciliani, di cui si erano perse le tracce, sono pronti per l’iscrizione al registro nazionale delle varietà presso il ministero delle Politiche agricole. Si tratta del 4 Rappi, Catanese bianca, Inzolia nera, Lucignola, Orisi, Prunestra, Recuno, Reliquia bianca, Usirioto e Vitrarolo. Un primo gruppo su 70 tipologie individuate grazie alla ricerca portata avanti dall’assessorato regionale all’Agricoltura e raccolta nel volume ‘Identità e ricchezza del vigneto siciliano’ presentata oggi al padiglione Sicilia del Vinitaly. La ricerca si concentra sulle specificità di sette vitigni di interesse regionale, 13 di interesse locale, 12 minori, 70 varietà antiche e 13 cloni già regolarmente omologati.
“Si tratta di un’indagine unica nel suo genere che abbiamo voluto presentare al Vinitaly -afferma l’assessore Antonello Cracolici-. Trasformare questo patrimonio documentale in uno strumento concreto a disposizione delle strategie di sviluppo del brand Sicilia rappresenta la vera opportunità che deve vedere impegnati tutti i protagonisti in campo. La Sicilia si conferma come culla di biodiversità, prima tra le regioni italiane insieme alla Calabria”. Le conoscenze acquisite, sottolineano dall’assessorato, permetteranno di programmare “non solo il miglioramento del patrimonio viticolo regionale ma anche di introdurre dei vitigni unici e sconosciuti, per la viticoltura siciliana di domani. Grazie ad un lungo lavoro durato più di dieci anni -afferma Cracolici- questa ricerca ha ottenuto le basi scientifiche e i cloni necessari per l’utilizzo di materiale vegetale sano e certificato che permetterà di incrementare la diffusione e la commercializzazione dei nostri vitigni autoctoni nel territorio regionale e lanciare una nuova sfida ai mercati internazionali”. (AdnKronos)
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Vinitaly: 10 varietà di vitigni antichi siciliani nel registro del Ministero
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