“Il commercio equo e solidale è un aiuto alla crescita equilibrata per i Paesi in via di sviluppo che si basa su pochi ma ben saldi principi: un prezzo più equo pagato ai lavoratori, relazioni commerciali durature, opere sociali per le comunità coinvolte, sostenibilità ambientale dei processi di lavorazione. Per tali motivi la ripresa dell’esame in Commissione Industria al Senato del testo unificato Realacci-Rubinato-Baretta-Da Villa sul commercio equo e solidale, abbinato a un’analoga proposta del Sen. Girotto, è un buon modo per festeggiare sabato 13 maggio la Giornata mondiale dedicata a questa forma di economia. Mi auguro che questa legge, approvata a larghissima maggioranza dalla Camera il 3 marzo del 2016, possa approdare presto nell’Aula di Palazzo Madama e concludere il suo iter”. Lo afferma Ermete Realacci, presidente della VIII Commissione Ambiente della Camera e primo firmatario del testo unificato sul commercio equo e solidale alla vigilia della giornata mondiale dedicata a questa forma di commercio. “Il provvedimento riconosce al commercio equo e solidale e ai soggetti delle sua filiera la funzione di sostegno alla crescita economica e sociale dei Paesi in via di sviluppo, indica con definizioni precise significato e finalità di questa forma di commercio, dà garanzie di trasparenza e di correttezza sulle modalità produttive e sulle prassi produttive ed organizzative attuate dalle organizzazioni del settore, promuove e finanzia azioni di sostegno per il comparto che, nel mondo, vale otto miliardi di euro e coinvolge circa un milione di lavoratori”. “Dal commercio equo e solidale, inoltre, arrivano oggi prodotti di qualità che incontrano il favore dei cittadini italiani. Non si tratta dunque di una forma assistenziale o umanitaria di sostegno al reddito, quanto piuttosto di una cooperazione duratura per lottare contro la povertà, sviluppare capacità imprenditoriali dei produttori, generalmente rappresentati da piccole organizzazioni a carattere familiare o strutturate in cooperative, favorendo la loro crescita economica attraverso la commercializzazione dei prodotti nei mercati dei paesi ricchi”.
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Ambiente, Realacci: “Serve un mercato a misura d’uomo e uno sviluppo più sostenibile”
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