Un parco di oltre 1500 impianti a biogas e una capacità corrispondente di 2,4 miliardi di metri cubi di biometano all’anno, pari all’autonomia di 2 milioni di autoveicoli. Con questi dati il Consorzio Italiano Biogas porta la filiera nazionale del biogas e del biometano al centro della conferenza internazionale sui biocarburanti avanzati di Göteborg, in corso di svolgimento fino al 19 maggio.
Raggiungendo la massima potenzialità – stima il Cib – obiettivo che potrebbe concretizzarsi entro il 2030, l’Italia potrebbe garantirsi 8,5 miliardi di metri cubi di questo importante biocombustibile, che sarebbe corrispondente a quasi il 15% del fabbisogno nazionale annuo di gas naturale.
Il Cib ha tracciato i principali scenari di sviluppo e i vantaggi correlati per l’ambiente e l’agricoltura. “I biocarburanti ‘avanzati’ – spiega il Consorzio in una nota – sono quelli che non competono con le produzioni alimentari perché si possono ottenere da colture di integrazione, sottoprodotti agro-industriali, da reflui zootecnici e dalla frazione organica dei rifiuti e rappresentano quindi la principale risorsa per ridurre le emissioni di carbonio di cui è responsabile il settore dei trasporti e per accelerare il passaggio verso una maggiore sostenibilità della rete europea del gas naturale”.
“Le imprese italiane – ricorda Lorenzo Maggioni, responsabile ricerca del Cib intervenuto a Göteborg – sono già pronte a investire sul biometano e sono in attesa dell’imminente decreto del governo. L’Italia può diventare un modello virtuoso per l’Europa e il resto del mondo. Siamo il maggior produttore europeo di motori e componentistica per i veicoli a metano e uno dei Paesi con la più alta diffusione di veicoli alimentati a gas naturale”.
“Un veicolo a biometano – spiega il Cib – ha un impatto in termini di emissioni, tenendo conto dell’indice well to wheel (dal pozzo alla ruota), paragonabile a un veicolo elettrico la cui energia sia alimentata da una delle fonti più pulite come l’eolico, ovvero 5 gC02eq/Km. Impatti che corrispondono al 97% in meno di un analogo veicolo alimentato a benzina. Senza contare che nei motori alimentati a metano e biometano sono praticamente assenti le emissioni di PM10 mentre gli ossidi di azoto sono ridotti del 70%”. (AdnKronos)