“Il vulcano dei Campi Flegrei nel Sud Italia potrebbe essere molto più vicino all’eruzione di quanto si pensasse in precedenza. […] Le autorità si preparino“. A lanciare l’allarme è l’accademico Christopher Kilburn, professore dello University College di Londra che, insieme ai dottori Stefano Carlino e Giuseppe De Natale dell’Osservatorio Vesuviano dell’INGV, ha firmato uno studio i cui preoccupanti risultati sono stati pubblicati ieri su ‘Nature Communication‘.
Stando alla ricerca, il vulcano sembra essere sempre più vicino alla sua fase critica: lo studio infatti mette in luce la possibilità di una nuova eruzione del vulcano tra capo Miseno e il promontorio di Posillipo: “Il vulcano – si legge nel comunicato dell’UCL – è stato irrequieto per 67 anni, con periodi di due anni particolarmente intensi negli anni Cinquanta, Settanta e Ottanta, che hanno causato piccoli e locali terremoti e sollevamento del terreno. Un simile comportamento si è verificato oltre 500 anni fa, quando per arrivare all’eruzione del 1538 ci è voluto un secolo“.
Per scoprire se il vulcano dei Campi Flegrei si stia preparando a una nuova eruzione, gli scienziati hanno quindi utilizzato un nuovo modello di fratturazione del vulcano sviluppato dall’UCL, concludendo che i movimenti a partire dagli anni ’50 hanno avuto un effetto ‘cumulativo’: hanno causato cioè un accumulo di energia nella crosta rendendo il vulcano più suscettibile all’eruzione. Una scoperta che ha necessariamente messo in discussione le certezze precedenti, quando si pensava che l’energia si disperdesse dopo ogni periodo di ‘disordine’.
“Studiando come il terreno sta scivolando e muovendosi nei Campi Flegrei – spiega ancora Kilburn –, pensiamo che ci si stia avvicinando a una fase critica in cui ulteriori movimenti aumentano la possibilità di un’eruzione. Per questo – avverte – è imperativo che le autorità siano preparate“.
“Non sappiamo – continua l’accademico – quando e se il disordine che attraversa il vulcano a lungo termine porterà a un’eruzione, ma Campi Flegrei sta seguendo una tendenza che abbiamo visto durante il test del nostro modello su altri vulcani […]. Ci stiamo avvicinando al momento in cui possiamo prevedere le eruzioni di vulcani che sono stati tranquilli per decenni utilizzando modelli fisici dettagliati per capire come si sviluppano i movimenti precedenti“. (AdnKronos)