Costa Concordia, in Cassazione il video di Schettino: oggi la sentenza

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Si apre in questi minuti l’udienza in Cassazione che si chiuderà con la sentenza su Francesco Schettino, il comandante della Costa Concordia naufragata davanti all’Isola del Giglio nel dicembre del 2012. Il pg Francesco Salzano chiede alla quarta sezione penale la conferma dei 16 anni di carcere cui Schettino è stato condannato in appello. L’ex comandante nel processo risponde di accuse che vanno dal naufragio colposo, all’omicidio colposo plurimo, le lesioni colpose, l’abbandono della nave e di persone incapaci. La sua difesa ha depositato un video che, secondo i legali, lo scagionerebbe da parte delle accuse.

Schettino “ha voluto sfilare davanti all’isola a velocità elevata“, sostiene l’accusa, e nel farlo “non ha verificato se la rotta era sicura e adeguata” né “assunto informazioni certe sulla profondità dei fondali“, mettendo in atto una serie di “macroscopiche violazioni delle procedure“.

La Costa Concordia naufragò sugli scogli dell’Isola del Giglio a seguito di una manovra di avvicinamento (il cosiddetto ‘inchino’) messa in atto da Schettino la sera del 13 dicembre del 2012. A bordo della nave, al momento dell’impatto, c’erano oltre 4000 persone, tra passeggeri e membri dell’equipaggio: ne morirono 32, mentre 193 rimasero ferite. Secondo il pg, Schettino “ritardò nel dare l’ordine di abbandono della nave tanto che non fu possibile utilizzare le scialuppe sull’ala sinistra, perché già sotto la nave ripiegata su se stessa dopo l’impatto con gli scogli“. Inoltre il comandante “lasciò la nave in piena emergenza“, salendo sull’ultima scialuppa calata in mare, mentre duemila passeggeri erano ancora sul relitto. Arrivato sulla terra ferma, poco dopo mezzanotte, nel pieno dell’emergenza, “quando il comandante dei vigili del fuoco gli disse che avrebbero potuto riportarlo a bordo per aiutare nei soccorsi, Schettino rispose che ‘preferiva coordinare gli aiuti da terra’“, sottolinea il pg, ricordando come lo stesso comandante dei vigili del fuoco, con gli altri operatori dei soccorsi, abbia lavorato, in mare, fino all’alba salvando, tra mille difficoltà, centinaia di persone.

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