“Gli Indù credevano che il mondo fosse poggiato sulla schiena di quattro possenti elefanti in equilibrio sul dorso di una tartaruga che nuotava nel mare; quando un elefante si stancava, scuoteva la testa provocando un terremoto”
“Deve essere ricordato che nulla è più difficile da pianificare, più dubbio a succedere o più pericoloso da gestire che la creazione di un nuovo sistema. Per colui che lo propone ciò produce l’inimicizia di coloro i quali hanno profitto a preservare l’antico e soltanto tiepidi sostenitori in coloro che sarebbero avvantaggiati dal nuovo” – (Niccolò Machiavelli)
“Difendersi dal terremoto si può – L’approccio neodeterministico” è il nuovo libro edito da EPC e stampato ad ottobre 2016 che tutti dovrebbero leggere in Italia, a partire dagli amministratori pubbici e dai legislatori parlamentari. E’ un volume scientifico, scritto da un luminare della sismologia come il prof. Giuliano Panza in collaborazione con la sismologa Antonella Peresan, che finalmente apre gli occhi sui nuovi traguardi della scienza per le previsioni dei terremoti. Abbiamo infatti sempre combattuto i burloni e i venditori di fumo che ritengono di poter prevedere un sisma, ma allo stesso modo abbiamo sempre criticato l’approccio fatalista del “non si possono prevedere”, che in Italia sembra diventare un alibi per non fare nulla rispetto alla prevenzione antisismica. In realtà, i terremoti non si possono prevedere in modo preciso come il meteo, ma la scienza sismologica negli ultimi anni ha sviluppato un nuovo metodo che capovolge le precedenti convinzioni e riesce a delineare con assoluta affidabilità e con scientifica quali zone sono a più alto rischio nell’imminenza spazio-temporale di avere forti terremoti. Ciò accade grazie al nuovo metodo, l’approccio neodeterministico che finalmente analizza la questione del rischio sismico da un punto di vista scientifico.
Non si arriva a prevedere un terremoto con tale precisione da evacuare una città, ma questo nuovo approccio può avere – come dimostra quanto già accade nell’evoluto Friuli Venezia Giulia e in modo particolare nella Provincia di Trieste – un ruolo centrale nella progettazione strutturale e determina i livelli delle sollecitazioni sismiche attesi sulle costruzioni. Invece le norme italiane utilizzano l’approccio probabilistico per la determinazione della pericolosità sismica (PSHA). Profondamente innervato nelle Norme Tecniche per le Costruzioni, esso è però notoriamente affetto da gravi errori: geofisici, statistici ed ingegneristici. Di fatto non falsificabile, PSHA è un approccio obsoleto e chiaramente inadeguato, oltre che pseudoscientifico. Le sue valutazioni sono state smentite da tutti i principali terremoti avvenuti nel globo e dai tre ultimi che hanno colpito il Paese: 2009, 2012, 2016. Esiste invece da molti anni un approccio alla determinazione della pericolosità sismica che è correttamente fondato sulla geofisica e sulle informazioni disponibili: si tratta dell’approccio neo-deterministico, messo a punto da una equipe di sismologi con a capo proprio Giuliano Panza, e di cui fa parte Antonella Peresan. Questo loro libro spiega con parole comprensibili cosa sia e come funzioni il metodo neo-deterministico, illustrando anche le ragioni per le quali la mirabolante precisione dei dati forniti dalle vigenti normative è fuori scala. Il libro è fondamentale per ingegneri, geologi, professionisti delle costruzioni e per i responsabili del patrimonio pubblico. In otto serrati capitoli, scritti con l’intento di farsi comprendere, sono descritti i metodi e le procedure avanzati che il gruppo triestino, insieme a sismologi di mezzo mondo, hanno sperimentato ormai da decenni. Completa il volume una descrizione dei metodi CN ed M8, usati con successo per individuare zone soggette con maggior verosimiglianza a terremoto in certi lassi di tempo, e una descrizione degli scenari di pericolosità da tsunami.
“Certamente i nostri lettori potranno contribuire alla sconfitta dei mulini a vento!” concludono Panza e Peresan nella presentazione del volume.