“Nel terremoto di agosto, con tutti quei morti, le storie di animali mi erano sfuggite, erano scivolate comprensibilmente in secondo piano…In questo secondo terremoto, invece, c’e’ spazio per guardare anche ad altro. A un territorio, per esempio, che vive anche grazie agli animali”. Non è facile parlare di vittime ‘minori’ di fronte allo sterminio provocato dai sismi del centro Italia, lo fa la scrittrice Silvia Ballestra con ‘Vicini alla terra’ (Giunti Editore), un libro intimo e ben documentato. La donna, pur vivendo a Milano, è marchigiana ed ama gli animali, avendo trascorso ben 18 anni di vita in comune con il cane Ombra e ora con la gatta Linda.
Sulle pagine della Ballestra, come ‘Compleanno dell’iguana’, ‘La guerra degli Anto”, il più recente ‘Amiche mie’, si leggono storie di animali vissute attraverso il loro dolore derivante dall’abbandono, dalla separazione forzata dai propri cari, dalla fame e dalla paura. Come Giobbe, il cane delle monache di Norcia, Billy, che gli anziani proprietari sono stati costretti a lasciare, o il maremmano di Notoria tenuto a catena corta, che morira’ due giorni dopo essere stato salvato, o ancora Lola, tutto quel che resta a Valerio di una famiglia sterminata. Cani, ma anche gatti, come la storia del mitico Pietro, sopravvissuto sotto le macerie di Amatrice per 16 giorni. Accanto agli animali d’affezione ci sono quelli d’allevamento, come mucche e maiali, rimasti senza stalle, e galline.
“Che le nostre terre vivano anche grazie a questi animali – dice all’ANSA Ballestra – lo sappiamo tutti. È stupefacente, allora, che si possa arrivare in ritardo con le stalle, è clamoroso”. La scrittrice conosce bene i paesi e i piccoli borghi che il terremoto ha cancellato: “Mia nonna è di San Ginesio, a Castelluccio e a Montemonaco vado ogni estate. Arquata, Spelonga e altri paesini dell’Ascolano li conosco da sempre. Il salvataggio del nostro patrimonio culturale somiglia, nelle immagini, a quello degli animali: – riflette Ballestra – vedi portar via quadri avvolti nelle coperte”, i crocifissi portati in spalla, le statue immobili negli spiazzi, “e ti rendi conto della bellezza che c’era”.
Ma in ‘Vicini alla terra’ la scrittrice ha raccontato sopratutto l’impegno dei volontari dell’Enpa (1.073 animali, tra cui pesci e tartarughe d’acqua, assistiti dal 25 agosto al 5 settembre solo ad Amatrice, annota nel libro, 1.245 a Norcia, con migliaia di km percorsi). “È la prima volta che si fa un salvataggio di animali su così vasta scala”, proporzionato a “un disastro così grande”. “Per le persone siamo organizzatissimi, perché siamo in continua emergenza, ma per il soccorso agli animali non è così, eppure era importante farlo”, aggiunge, ricordando “un volontario promosso sul campo dall’Enpa, – citato nel libro – che con la moto ha battuto 41 paesi, portando 280 kg di pet food nei luoghi isolati e mangime per le galline.” Si capisce l’interesse dell’autrice a raccogliere le storie degli ultimi: “Non solo perché amo gli animali, ma perché mi sembrava una buona chiave per raccontare un territorio”.
“I paesi – scrive – vivono anche grazie agli animali, di tutti i tipi. Gli animali sono vicini alla terra, le persone che si occupano di animali sono vicine alla terra. Non abbandonano, si pendono cura di paesi, borghi e intere montagne”. La storia che l’ha maggiormente commossa? “Quella di Kid, il vecchio cane di Pescara del Tronto che non vuole lasciare il paese, e che è un po’ il simbolo di questo terremoto”. Tutti i diritti d’autore del libro saranno destinati all’acquisto di materiale didattico per le scuole dei centri colpiti dal sisma.