Odori acri, bruciore agli occhi, nausea e vomito, queste sono le dichiarazioni di coloro che hanno richiesto aiuto all’unità di crisi costituita (in relazione all’incendio che ha interessato il deposito di Pomezia ECO X) dall’ONA e coordinata da Ezio Bonanni, Antonella Franchi e Antonio Dal Cin che ormai ininterrottamente, da sabato mattina, rispondono al telefono e all’email (osservatorioamianto@gmail.com). L’attività di assistenza proseguirà nei prossimi giorni con l’auspicio che anche l’Amministrazione Comunale di Pomezia voglia collaborare con l’associazione, mettendo a disposizione un locale per poter permettere ai volontari di poter ricevere anche in loco. Fin da subito l’unità di crisi si è attivata, con medici, tecnici e avvocati, per cercare di arginare le tremende conseguenze dello sprigionarsi degli agenti tossico-nocivi dal gigantesco rogo che dalla Pontinia Vecchia, in territorio di Pomezia, era percepibile anche a distanza di chilometri. La combustione di materiale plastico (PVC) provoca la formazione di diossine, che sono cancerogene, e provocano diversi cancri (tanto è vero che è inserita dallo IARC nel Gruppo I dei cancerogeni), come Seveso insegna. Quindi l’Osservatorio Nazionale Amianto lancia l’allarme anche per quanto riguarda le diossine e gli effetti sulla salute umana che si sommano a quelli dell’asbesto e degli altri agenti patogeni e cancerogeni che si sono diffusi nell’ambiente in seguito all’enorme incendio.
Incendio Pomezia: attiva l’unità crisi dell’Osservatorio Nazionale Amianto
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