Rome Symposium sui cambiamenti climatici: “The World at a turning point”

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Tutti, nessuno escluso, dobbiamo prendere coscienza – spiega un comunicato – che è in gioco il futuro dell’umanità: stiamo mettendo a rischio la nostra esistenza a causa dei cambiamenti climatici che sono già in atto. In particolare le emissioni mondiali di CO2 devono essere ridotte in tempi molto più rapidi di quelli proposti oggi, perché al ritmo attuale arriveremo a un aumento delle temperature medie globali di oltre 4 gradi centigradi rispetto all’era preindustriale. E’ questo, in sintesi, il contenuto del documento messo a punto da oltre 15 tra scienziati ed esperti internazionali riuniti per due giorni nella sede dell’Agenzia spaziale europea (Esa), con l’obiettivo di arrivare a proporre soluzioni concrete per renderle disponibili a chi ha la responsabilità di salvare la Terra dalla deriva climatica. Si è infatti concluso oggi il RomeSymposium 2017 sui cambiamenti climatici (‘The world at a turning point’), organizzato dalla Fondazione Italiani e dal New Policy Forum di Mikhail S. Gorbachev, giornata culmine di una settimana in cui Roma si è trovata al centro dell’agenda climatica internazionale.

Secondo il Manifesto redatto dagli esperti internazionali in questa direzione “il mondo si muove verso caos, in diverse parti del globo a causa di crescenti livelli di deprivazione, insicurezza alimentare, migrazioni, conflitti, povertà”. E anche se l‘accordo di Parigi è stato un importante passo avanti bisogna fare di più: “al centro della crisi c’è il nostro modello di sviluppo economico, così come il fallimento dei governi nel prendere adeguate contromisure. I nostri leader devono essere ritenuti responsabili per la loro inazione. Noi chiediamo una coalizione globale di leader illuminati di governi, aziende, religioni, istituzioni finanziarie, scienziati ed educatori, per un’azione contro l’emergenza climatica”. I punti su cui questi leader dovrebbero concentrarsi sono: “lavoro, sicurezza, dignità ed equità”.

 “Il nostro Pianeta è minacciato da due pericoli – ha osservato l’ex presidente dell’Urss e premio Nobel Mikhail Gorbachev – Il primo: l’arma nucleare e la nuova corsa agli armamenti. Il secondo: il cambiamento climatico globale. A questo proposito, gli accordi di Parigi hanno fatto molto, ma deve essere fatto di più per la sopravvivenza del Pianeta. Siamo a un punto di svolta: o si arriva a trovare dei valori comuni e a lavorare insieme per risolvere i problemi esistenti oppure torneremo al punto di partenza che ci ha portato gli orrori dell’ultima guerra mondiale, sprecando 70 anni di pace e prosperità. Una guerra terribile dovrebbe essere una lezione duratura – ha continuato Gorbachev – dobbiamo agire di proposito e senza ritardi al fine di preservare il nostro mondo, eliminando l’ingiustizia sociale e lo scontro. Il tema del cambiamento climatico globale copre tutti questi problemi ed è una chiave efficace per lavorare insieme ed per trovarne le risposte adeguate. Nessun paese da solo può risolvere i problemi globali, abbiamo bisogno di nuove alleanze per il miglioramento del mondo – ha proseguito il premio Nobel – spero che questo Symposium fornirà la base per una nuova visione del mondo, con un appello ai valori della cooperazione, della pace e del rispetto del diritto come fondamento delle relazioni internazionali. E’ tempo di agire per la vita di miliardi di persone. Essi devono vivere in pace e armonia”.

   “I cambiamenti climatici sono un problema globale e una delle sfide dell’umanità – ha detto Padre Lombardi, Presidente della Fondazione Vaticana Joseph Ratzinger-Benedetto XVI e capo della Sala stampa della Santa Sede dal 2006 al 2016 – uno degli aspetti più interessanti dell’ultima Enciclica di Papa Francesco è quello di aver fatto un collegamento molto stretto con tutte le tematiche degli squilibri ecologici, e in particolare anche dei cambiamenti climatici, con le crisi sociali e le crisi politiche, tipo il movimento dei popoli, la situazione di depauperamento agricolo di tante zone della Terra e così via. Quindi le cose vanno viste effettivamente con una prospettiva globale. E questo è il grande merito di Papa Francesco con la sua enciclica: i cambiamenti climatici – ha rilevato Padre Lombardi citando l’Enciclica Laudato Sii – sono un problema globale e una delle sfide dell’umanità. C’è una generale indifferenza di fronte a queste tragedie, con una grave perdita di senso di responsabilità nei confronti della società civile”. E’ per questo che Tebaldo Vinciguerra del Dicastero del Vaticano per la Promozione dello sviluppo umano integrato, spiegando che “servono spazi di dialogo per prendere le giuste decisioni”, indica l’Enciclica del Santo Padre come punto di riferimento per proteggere la ‘casa comune’, il Creato.

“Tutte le iniziative che promuovono lo sbarramento ai cambiamenti climatici, l’inversione di rotta di cui abbiamo bisogno, subiscono costantemente interventi da parte delle grandi lobby internazionali – ha osservato la vicepresidente della commissione Ambiente alla Camera, Serena Pellegrino – ed è per questo che gli interessi di quest’ultime risultano sempre prevalenti sulle agende di governo. Oggi il punto di non ritorno è visibile a occhio nudo: il modello economico lineare, fondato sulle fossili, è defunto; lo teniamo in vita con le cannule delle casse dei cittadini. Quanto affermato durante i lavori di questo Symposium e le criticità rilevate ci obbligano a mantenere quanto meno gli impegni presi durante la Cop21 di Parigi – ha detto Pellegrino – il minimo che si chiede per evitare la rotta di collisione con le leggi di Madre Terra che non sono né emendabili né derogabili. Se non vogliamo lo sfratto dobbiamo uniformarci con una reale ‘eco-nomia’: ovvero la norma della Terra”.

“Senza una coscienza globale, e una presa di consapevolezza da parte dei cittadini – ha osservato il presidente della Fondazione Italiani, Angelo Schiano – è impossibile per gli Stati risolvere i problemi della società, a cominciare dalla lotta ai cambiamenti climatici. La nostra proposta è di promuovere delle class action, diversificate Paese per Paese, in modo da agire sui singoli temi, a partire dall’inquinamento dell’aria per arrivare al consumo di suolo. Abbiamo bisogno di fare un crowdfunding per le class action: è un modo per tentare di intraprendere una strada che porti dalle parole ai fatti, puntando dritto il dito contro l’inadempienza, e colui che la rappresenta. Non vogliamo litigare ma non possiamo continuare con questa forma di affievolimento dei diritti. Il Manifesto scientifico diventerà una ‘lettera-appello’ per coinvolgere il più ampio numero di persone possibile; con l’intenzione di lanciare una petizione su ‘change.org’”.

“E’ inevitabile ed urgente un’azione per il clima – ha rilevato Martin Lees, direttore scientifico del RomeSymposium – le attività umane hanno ormai raggiunto una dimensione ed un’intensità tale che, se non ci sarà un’inversione, profaneranno la meravigliosa vita naturale da cui tutti dipendiamo. E le misure proposte dall’accordo di Parigi sono del tutto insufficienti per evitare le catastrofiche conseguenze dei cambiamenti climatici. Gli sforzi della comunità internazionale per scongiurare pericolosi cambiamenti climatici sono stati lenti e incerti, oltre che ostacolati da potenti interessi. È giunto il momento di chiedere ai nostri leader di garantire prospettive, sicurezza e speranze per le prossime generazioni”.

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