Il caso del piccolo Francesco, il bimbo di 7 anni morto dopo un’otite curata solo con farmaci omeopatici, ha avuto risonanza anche all’estero. Arrivando fino all’Ema (Agenzia del farmaco europea). “Il mio cuore è vicino ai genitori che hanno perso il loro figlio – sottolinea all’Adnkronos Salute il dg Guido Rasi – Conosco il caso solo da quanto riferiscono i media, quindi non posso commentare le circostanze della morte di questo bambino, ma posso ribadire l’importanza dell’utilizzo di medicinali attentamente valutati e scientificamente riconosciuti, che hanno dimostrato di essere efficaci, sicuri e di alta qualità”. Invece “i prodotti omeopatici – ricorda Rasi – hanno un posto nel panorama medico in Europa, ma la loro efficacia non è stata scientificamente dimostrata mediante studi clinici”.
La mancanza di prove sull’efficacia “può diventare un problema di sicurezza, come ha mostrato questo triste caso. Per alcune condizioni cliniche – ammonisce Rasi – ritardare il trattamento con farmaci reali è molto pericoloso, e aspettare una possibile ma non documentata risoluzione del problema è un rischio inaccettabile”. “Non esiste alcuna posizione ufficiale dell’Agenzia sui prodotti omeopatici, che sono regolamentati dagli Stati membri”, precisa poi Rasi. Ciò rende difficile per l’Ema fare una valutazione, in quanto non ha competenza nella valutazione scientifica e nel monitoraggio di questi prodotti. Infatti, sono registrati attraverso procedure nazionali nei singoli Stati europei secondo le linee guida nazionali.
“Secondo la legge europea, infatti, gli Stati membri devono garantire che i prodotti omeopatici siano immessi sul mercato attraverso una procedura semplificata laddove soddisfino i requisiti, ovvero non presentino indicazioni (vale a dire non affermino di essere efficaci nel trattamento di una certa malattia) oppure si presentino in una forma farmaceutica e in un dosaggio che non presentino rischi per il paziente. Tutti gli altri prodotti omeopatici – avverte Rasi – richiedono un’autorizzazione alla commercializzazione, in quanto gli omeopatici che dichiarano di trattare una specifica malattia richiedono un dossier completo per l’autorizzazione all’immissione in commercio e devono essere sottoposti a farmacovigilanza”.
Diverso il discorso per i farmaci, ricorda l’esperto. La registrazione di un medicinale “è un momento importante, e questo affinché la sicurezza e la qualità di un farmaco possano essere adeguatamente monitorati e tracciati. Questo – conclude il Dg – è il lavoro delle Agenzie regolatorie, come l’Ema per l’intera Ue o l’Aifa per l’Italia, per assicurarsi che i medicinali prescritti in tutta l’Unione europea siano sicuri, efficaci e di buona qualità, non solo al momento della prima commercializzazione, bensì per tutto il periodo in cui restano sul mercato, affinché i pazienti possano accedere alla migliore cura disponibile“, conclude. (AdnKronos)