“Sarà una festa della scienza, in cui i visitatori troveranno un giardino delle meraviglie della scienza per mostrare al Paese che Napoli non e’ solo bella ma crea innovazione e opportunità di lavoro”. Con queste parole Vincenzo Lipardi lancia la 331ma edizione di ‘Futuro Remoto’ che si svolgerà in Piazza del Plebiscito a Napoli dal 25 al 28 maggio. Un’edizione ricca di contenuti e dedicata al tema delle “Connessioni”, svelate attraverso 9 padiglioni allestiti in piazza che conterranno 12 isole tematiche e ospiteranno 100 incontri con ospiti internazionali, esperti e ricercatori. Ma i numeri di Futuro Remoto 2017, che punta a bissare i 230.000 visitatori dello scorso anno, parlano anche di 10.000 dimostrazioni ed esperimenti con 2000 ricercatori coinvolti.
La manifestazione – si apprende – è realizzata con le università della Campania: Federico II di Napoli, Universita’ Luigi Vanvitelli, Parthenope, L’Orientale, Suor Orsola Benincasa, l’Universita’ di Salerno, l’Universita’ del Sannio, e con il contributo diretto da 300.000 euro della Regione Campania. Partecipa anche il Comune di Napoli e il Miur. E nuove sinergie arrivano con LegaCoop, Cnr, Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, Istituto Nazionale di Astrofisica, Cira e Agenzia Spaziale Italiana. Ci sarà anche Tim che porta le innovazioni delle principali startup ospitate negli acceleratori “Tim #WCap“, che finanzia e accompagna startup digitali.
Imast, distretto tecnologico dell’ingegneria dei materiali compositi e polimerici con sede a Napoli, ospitera’ invece i prototipi realizzati con i soci pubblici e privati: biosensori microinvasivi e indolori per monitorare il diabete, sistemi per collegare paratie e porte tagliafuoco delle navi da crociera e giunzioni adesive resistenti ad alte temperature utilizzate nei settori automotive e navale. Insignito per il secondo anno consecutivo della medaglia del Presidente della Repubblica, Futuro Remoto persegue anche quest’anno l’obiettivo di rafforzare la connessione tra scienza e società: “L’innovazione tecnologica – spiega il rettore della Federico II Gaetano Manfredi – deve far salire il livello delle nostre aziende ma anche migliorare l’inclusione sociale, perché questo vuol dire partecipazione attiva alla vita democratica e fa crescere la società. Tutti i dipartimenti saranno impegnati con ricercatori, esperimenti e strumenti di divulgazione per fare in modo che il sapere umanistico e scientifico non stia solo nelle università ma sia condiviso con i cittadini”.
Un messaggio rivolto soprattutto ai giovani che, come ha ricordato il vicesindaco di Napoli Raffaele Del Giudice “dai media ricevono tante notizie e hanno bisogno di strumenti per decodificarli. Futuro Remoto è un appuntamento che rappresenta i lineari strategici della nuova generazione”. Una condivisione sottolineata anche dal consigliere delegato del governatore De Luca, Sebastiano Maffettone: “Non si possono mettere cultura e ricerca da una parte e il popolo dall’altra, ci vogliono momenti di incontro tra la popolazione e chi fa ricerca per questo Futuro Remoto cosi’ importante”.