SpaceX: mandato in orbita un satellite spia per conto del governo Usa

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Missione top secret per Elon Musk. Space Exploration Technologies, l’azienda aerospazionale del numero uno del produttore di auto elettriche Tesla, ha effettuato con successo il lancio di un altro razzo. Diversamente dal passato però, questa volta trasportava per la prima volta materiale per conto del National Reconnaissance Office, un’agenzia governativa americana che sviluppa e gestisce satelliti spia. Come avviene nel caso di lanci ‘classificati’, né l’azienda né il Pentagono hanno identificato la natura del veicolo spaziale, il suoi fine né l’orbita nel quale viaggerà. Con il lancio di un satellite spia per il Pentagono, SpaceX spera di convincere l’amministrazione Usa di essere in grado di trasportare nello spazio attrezzature d’intelligence costose. Facendolo, potrebbe intaccare il dominio nel mercato delle spedizioni militari fino a poco fa nelle mani della joint venture tra Boeing e Lockheed Martin.

La jv, chiamata United Launch Alliance, resta il punto di riferimento quando gli Usa devono lanciare i satelli spia più costosi e grossi. Il lancio del razzo Falcon 9 è avvenuto alle 7.14 orario locale (le 13.14 in Italia) dal Kennedy Space Center di Titusville, Florida. E’ stato il quarto avvenuto senza problemi dallo scorso gennaio, quando le attività di SpaceX sono ripartite dopo una pausa di quattro mesi provocata da un’esplosione avvenuta sulla rampa di lancio il settembre precedente durante test di routine. “Il lancio del satellite spia dell’Nro è andato bene”, ha twittato Musk alle 7.36, aggiungendo che era difficile prevedere come sarebbe andata, per via del forte vento. I motori del razzo, un Falcon 9 da 230 piedi (poco più di 70 metri), sono andati in combustione per 2 minuti e 20 secondi, come previsto, e la parte inferiore si è staccata da quella superiore senza problemi, mentre quest’ultima mandava il carico in orbita. A nove minuti di distanza la sezione principale del razzo è stata recuperata con successo a Cape Canaveral, Florida, a poca distanza dall’area di lancio.

Il recupero dei vettori dopo ogni lancio (diversamente dalle missioni spaziali tradizionali, in cui vengono usati solo una volta) è la strategia di Musk per abbassare i costi e rendere i viaggi spaziali sempre più economici (fino ad arrivare, prima o poi, al turismo spaziale di massa, da lui auspicato). La missione odierna è stata attentamente monitorata dagli esperti del settore e dal governo Usa. SpaceX conta di raggiungere in media due lanci al mese nel 2017 ma negli ultimi anni non ha mai saputo rispettare le sue stime. All’inizio del 2016, mesi prima dell’esplosione sulla rampa di lancio di un razzo, il gruppo contava di arrivare a quasi tre lanci al mese entro il 2020. Dall’accelerazione del ritmo dei lanci dipendono il flusso di cassa e i profitti di SpaceX.

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