“I test nucleari condotti durante la Guerra Fredda hanno generato aurore e tempeste magnetiche simili a quelle naturali che possono mandare in tilt satelliti e reti elettriche e per questo potrebbero aiutare a comprendere i meccanismi del meteo spaziale.” Lo rivela uno studio pubblicato su Space Science Reviews, dai ricercatori coordinati da Louis Lanzerotti, del New Jersey Institute of Technology. Nel periodo tra il 1958 e il 1962, Stati Uniti e Unione Sovietica hanno condotto test nucleari ad altezze comprese tra da 25 a 400 chilometri dalla superficie terrestre.
Questi test ‘‘sono un esempio estremo di come l’uomo può influenzare un ambiente che è generalmente influenzato dal Sole”, ha rilevato uno degli autori Phil Erickson, del Massachusetts Institute of Technology (Mit). “Se comprendiamo quello che è accaduto durate questi eventi controllati – ha aggiunto- possiamo capire più facilmente le variazione naturale che avvengono nell’ambiente spaziale”. Il meteo spaziale generalmente è influenzato dall’attività del Sole perché gli sciami delle sue particelle, quando colpiscono la Terra, possono innescare tempeste magnetiche, in grado di generare aurore ma anche danneggiare satelliti, disturbare i sistemi di comunicazione e le reti elettriche.
Analizzando i dati che sono stati resi pubblici sui test nucleari dai nomi in codice come Starfish, Argus e Teak, i ricercatori hanno scoperto che “questi test, nonostante avessero obiettivi esclusivamente militari, hanno generato fenomeni simili a quelli naturali. Le esplosioni hanno prodotto ‘palle’ di gas fatto di particelle cariche elettricamente (plasma) che hanno generato tempeste magnetiche. Per esempio i test Argus hanno causato improvvise tempeste magnetiche rilevate in tutto il mondo, dalla Svezia all’Arizona. Il test Teak ha invece generato aurore ai tropici simili a quelle naturali che si osservano ai poli. Infine alcuni test hanno generato intorno al nostro pianeta fasce di particelle elettricamente cariche, simili a quelle naturali di Van Allen ma dalle energie più elevate, che hanno disturbato e persino danneggiato i satelliti.”