Università di Perugia: le bacche di Goji italiane sono migliori delle asiatiche, in Calabria il 50% di produzione Ue

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Recentemente diffuse per le loro molteplici proprietà benefiche, in realtà le bacche di Goji non sono tutte uguali: quelle coltivate in Italia sono migliori di quelle importate dai Paesi asiatici. Lo sostiene uno studio dell’Università degli Studi di Perugia che attraverso delle analisi ha evidenziato differenze rimarchevoli sia nella concentrazione che nel profilo dei carotenoidi, come betacarotene, zeaxantina, luteina e licopene sostanze preziose per la protezione della vista.

”Dai risultati ottenuti nei nostri laboratori – spiegano dall’Università umbra Francesca Fallarino del Dipartimento di Medicina Sperimentale e Domenico Montesano ricercatore presso il Dipartimento di Scienze Farmaceutiche Sezione Scienza degli Alimenti e Nutrizioneemerge che la zeaxantina dipalmitato estratta dalle bacche di Goji coltivato presso l’azienda Nicola Rizzo a Corigliano Calabro, è una molecola presente in alte concentrazioni, in grado di esercitare rilevanti attivita’ biologiche di interesse per la salute umana”.

Studi recenti sempre presso gli stessi laboratori hanno dimostrato, inoltre, per la stessa molecola una buona attività antinfiammatoria. ”Attualmente coltiviamo 60 mila piante di bacche di Goji nella piana di Sibari in Calabria, con 50 tonnellate di raccolto previsto – precisa Nicola Rizzo – stimiamo che le quantità da noi coltivate rappresentano almeno il 50% della produzione e commercializzazione italiana e probabilmente europea; è stata una sfida alla quale abbiamo sempre creduto e per la quale stiamo lavorando sempre più assiduamente per offrire al mercato italiano e non solo un prodotto sano, di qualità e nutrizionalmente completo”.

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