Gli Stati Uniti non hanno firmato tutti i punti della dichiarazione sul commercio internazionale e sull’impegno a realizzare gli obiettivi dell’accordo di Parigi, pubblicata al termine della ministeriale Ocse di questi giorni a Parigi. Pur non avendo fatto interventi pubblici “di rottura”, gli Stati Uniti non hanno reso possibile che si arrivasse a una dichiarazione congiunta, ma sono stati diffusi due diversi documenti di cui uno “di quasi consenso” (“near consensus” in inglese), termine diplomatico che sottintende la mancanza di alcune firme.
In particolare, spiegano i media esteri, i punti critici riguardano l’approccio multilaterale al commercio internazionale, ovvero il “libero commercio basato sulle regole”, e il principio della non discriminazione, oltre che sugli aspetti legati al clima. Il documento “della presidenza” non e stato quindi sottoscritto da tutti i 35 paesi Ocse. “Abbiamo ribadito l’impegno dei 7 grandi, sottolineato al vertice G7 di Taormina, di promuovere un commercio internazionale non protezionista”, ha spiegato il sottosegretario agli Esteri Benedetto Della Vedova che ha partecipato alla sessione dedicata al Commercio della ministeriale. Ma, ha osservato, il fatto che ci siano due documenti “da’ conto del fatto che oltre al pieno consenso sulla questione degli Investimenti e del Wto, c’e’ stato un ‘quasi consenso’ sui punti critici”.