Astronomia: Cassini “cattura” Giapeto, un mondo di contrasti

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Giapeto è uno dei mondi più affascinanti nel sistema di Saturno. Ricco di contrasti, con regioni brillanti e altre più scure, sembra un vero e proprio puzzle cosmico. In un’immagine scattata dalla sonda Cassini poche settimane fa è possibile ammirare la sua regione scura più ampia, che prende anch’essa il nome dal famoso astronomo italiano.

La Cassini Regio  spiega l’Agenzia Spaziale Italiana – si estende per quasi 1.500 km ed è ricoperta da uno strato di materiale scuro e polveroso. Questo crea un intenso contrasto con la regione che lo circonda, molto più luminosa. La fotografia scattata dalla camera ad angolo stretto della sonda Cassini, lo scorso 11 marzo, è stata ottenuta in luce visibile, ed è orientata in modo da mostrare il polo nord di Giapeto nella parte alta dell’immagine, spostato di venti gradi circa a sinistra. Al momento dello scatto la sonda si trovava a circa 1.6 milioni di chilometri dalla luna, garantendo una risoluzione di 15 km per pixel.

Questa regione scura era apparsa ben visibile alle camere di Cassini già nei primi mesi di attività, nel dicembre 2004. Grazie a una serie di immagini dettagliate è stato possibile notare da subito che questa regione non è del tutto uniforme, ma è solcata da sottili strisce che si muovono in direzione nord-sud sulla superficie di Giapeto. Le dimensioni tipiche di questi solchi sono di qualche chilometro di larghezza e anche decine di chilometri di lunghezza.

L’origine della Cassini Regio su Giapeto è stata oggetto di lungo dibattito tra gli scienziati. Alcuni propongono che il materiale scuro presente sulla superficie provenga dagli strati più interni della luna, mentre altri sostengono che provengano da satelliti più esterni, che in passato possono aver espulso materia in seguito a impatti. I dati raccolti fino ad ora non escludono nessuna delle due teorie.

La missione di Cassini, lanciata nel 1997 e operativa in orbita attorno a Saturno dal luglio 2004 è frutto della collaborazione di NASA, ESA e ASI, e si appresta a terminare le proprie attività tuffandosi nell’atmosfera del pianeta il 15 settembre prossimo.

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