La sua forma ricorda una clessidra che emerge dallo sfondo scuro dello spazio e le sue temperature polari le hanno fatto guadagnare il primato di oggetto più freddo sinora conosciuto nel cosmo: sono questi i tratti salienti della Nebulosa Boomerang, una nebulosa protoplanetaria situata nella costellazione del Centauro, ad una distanza di circa 5000 anni luce dalla Terra.
La nebulosa torna agli onori della cronaca per le recenti osservazioni effettuate con ALMA (Atacama Large Millimeter/submillimeter Array), mirate ad approfondire i processi che hanno portato quest’oggetto celeste a raggiungere condizioni termiche ‘siberiane’. I risultati della ricerca sono illustrati nell’articolo “The Coldest Place in the Universe: Probing the Ultra-cold Outflow and Dusty Disk in the Boomerang Nebula”, recentemente pubblicato su The Astrophysical Journal.
A creare la freddissima nebulosa, già osservata da ALMA nel 2013, è stata una stella gigante rossa al termine della sua vita; tuttavia, il meccanismo da cui ha avuto origine un ambiente più gelido rispetto alla temperatura caratteristica dello spazio profondo ha costituito per gli esperti un vero e proprio rompicapo.
Il recente studio, basato sui nuovi dati di ALMA e curato da un team internazionale di ricercatori coordinato dal JPL della NASA, ipotizza la presenza di una piccola ‘compagna’ della gigante rossa.
La stella formato ‘mignon’, secondo gli astronomi, si sarebbe ‘tuffata’ nel cuore di quella più grande facendone fuoriuscire il materiale sotto forma di un flusso estremamente freddo di gas e polveri. L’espansione di questo flusso sarebbe stata così rapida da far scendere la temperatura a meno della metà di un grado Kelvin.
I dati di ALMA – spiega l’Agenzia Spaziale Italiana – hanno mostrato agli studiosi che la maggior parte dell’involucro stellare della gigante rossa è stato scagliato nello spazio a velocità che vanno ben oltre le possibilità di quel tipo di astro. Il fenomeno, per gli autori del paper, può essere chiarito con la presenza di un’altra stella: la quantità di materiale emessa e la velocità di espulsione sarebbero dovute all’interazione gravitazionale tra le due stelle, che spiegherebbe anche la temperatura polare del flusso.
Gli astronomi ritengono che una realtà come la Nebulosa Boomerang sia di grande interesse, sia per analizzare le interazioni che caratterizzano i sistemi binari, sia per approfondire i processi che portano alla formazione di nebulose planetarie.