Ricercatori dell’Università del Texas hanno utilizzato il telescopio spaziale Sofia (Stratospheric Observatory for Infrared Astronomy) per osservare i buchi neri, che si sono rivelati ancor più misteriosi: lo studio, pubblicato su Monthly Notices of the Royal Astronomical Society, ha rivelato che sarebbero avvolti da una cortina di polveri cosmiche molto più densa e compatta di quanto ritenuto finora.
Si consideri che quasi tutte le galassie di dimensioni rilevanti contengono un buco nero supermassiccio al loro interno: molti sono in stato di quiete (come quello al centro della Via Lattea) mentre altri sono attivi e consumano enormi quantità di materia, emettendo energia. Questi ultimi vengono definiti nuclei galattici attivi e la materia che viene attirata verso di loro forma una struttura a forma di ciambella che li nasconde.
I ricercatori hanno osservato gli infrarossi emessi da 11 buchi neri supermassicci situati a 100 milioni di anni luce ed oltre, analizzandone la grandezza, la trasparenza e la distribuzione di polvere. Si è così scoperto che le polveri cosmiche che oscurano i buchi neri sono più dense e i buchi neri attivi emettono buona parte della loro energia a lunghezze d’onda non osservabili da Terra, in quanto assorbite dal vapore acqueo presente nell’atmosfera. Il telescopio Sofia, invece, si trova al di sopra del 99% del vapore acqueo che circonda in nostro pianeta, consentendo di poter effettuare questo tipo di analisi.