Caldo ed afa possono diventare dei pericolosi nemici per i pazienti cardiopatici: per un’Estate in sicurezza è necessario rispettare alcuni fondamentali accorgimenti, a partire dalla gestione delle terapie e senza dimenticare il ruolo dell’alimentazione. Lo ricorda il presidente della Società italiana di cardiologia (Sic), Francesco Romeo, che mette in guardia dai rischi di questi giorni caratterizzati dal bollino rosso per le temperature. “Questa situazione climatica cosi’ estrema con valori di temperatura e afa molto alti è pericolosa per i soggetti a rischio, soprattutto anziani e cardiopatici. Sono a rischio – spiega Romeo – perché tale situazione climatica determina una alterazione del sistema circolatorio: c’è una perdita di liquidi ed una vasodilatazione e traspirazione eccessive; ciò può portare ad una disidratazione che può a sua volta portare a insufficienza renale acuta oppure ad una iposodimia, ovvero un basso valore di sodio nel sangue, che si configura poi con danni neurologici importanti”.
E tali danni neurologici, avverte l’esperto, “possono essere scambiati per eventi cerebrovascolari acuti, mentre in tale periodo spesso sono legati solo ad alterazioni dell’equilibrio idroelettrolitico, relativo alla composizione dei liquidi corporei”. La vasodilatazione eccessiva porta invece ad un abbassamento della pressione. Il gran caldo, dunque, afferma, “può destabilizzare i pazienti cardiopatici”. Da qui alcuni importanti accorgimenti: “Evitare temperature esterne alte e restare in ambienti ventilati, bere molto acqua e mangiare molta frutta che contiene acqua e potassio, evitare abiti che impediscano la traspirazione, evitare pasti abbondanti”. Ed ancora: “il mare va bene – sottolinea Romeo – ma nelle prime ore della mattina o in quelle serali”.
Attenzione poi ai farmaci: “Il caldo può accentuarne l’effetto e quindi nel periodo estivo potrebbe rendersi necessario cambiare i dosaggi, sempre sotto il controllo dello specialista. E fondamentale – aggiunge – è anche conservare i medicinali correttamente, rispettando le temperature indicate sulle confezioni”. Ed ancora: “I soggetti con ipertensione arteriosa in trattamento – ricorda anche Massimo Volpe, presidente della Società Italiana per la Prevenzione Cardiovascolare (Siprec) – durante l’estate devono controllare più spesso la pressione e dovrebbero discutere con il medico l’eventualità di ridurre la terapia. Sempre i pazienti affetti da ipertensione o scompenso cardiaco dovrebbero inoltre evitare gli sbalzi da temperature troppo calde a troppo fredde. Esporsi a lungo al sole per poi tuffarsi in acque fredde può infatti provocare una congestione, soprattutto nei soggetti che prendono farmaci“.
Infine, alcuni consigli per chi sceglie le vacanze in montagna: “L’aria in montagna è caratterizzata da una ridotta ‘pressione parziale’ d’ossigeno e questo induce il cuore ad un lavoro maggiore, portando alcuni rischi. Per questo – afferma Volpe – è opportuno informare il medico della destinazione scelta, adeguando opportunamente la terapia, evitare le quote troppo alte al di sopra dei 1.500 metri e raggiungere la destinazione in quota progressivamente”.