Caldo, incendi e siccità: importanti differenze tra il Portogallo e l’Italia

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Il recente dramma del Portogallo ci pone delle riflessioni. Forse la prima, ed è anche quella più intuibile, è la domanda: può succedere anche in Italia?

Occorre subito dire che Portogallo ed Italia sono due Paesi entrambi molto belli, ma profondamente diversi. Il Portogallo è posto di fronte alle coste Africane e questo lo porta ad interagire con un clima di tipo africano, nonostante l’influenza del clima fresco e umido atlantico. Ci spieghiamo meglio: in questi giorni molto spesso si è parlato del “Gobbo di Algeri” e delle sue due gobbe cioè i suoi estremi (i suoi vertici) più caldi proiettati verso Nord. Il Portogallo, a differenza dell’Italia, è sempre stato interessato dalla gobba di sinistra, quella più calda, quella che raggiunge i +25°C ad 850hPa molto spesso (vedi mappa allegata). L’Italia finora ha avuto a che fare con il lembo di destra, quello che ha toccato i +20°C.

La differenza di 5°C è una soglia fondamentale perché è proprio questa che da impulso alle temperature più elevate, quelle superiori cioè di molti punti ai +40°C.

Quando si toccano i +43/+45°C, un territorio con delle foreste come quello portoghese, diventa molto secco e ciò facilita l’innesco e la propagazione di incendi assai rapidi e violenti.

Vi ricordate quello che successe, sempre in Portogallo nel 2005? Ci fu una situazione analoga, incendi violenti devastarono la stessa area centrale del Paese, sia pure con un minor numero di vittime, in quella circostanza.

L’Italia presenta, per nostro bene, una posizione ed un territorio assai diverso e quindi anche rischi da incendio di tipologia differente.

In ogni caso, Portogallo o Italia che sia, è sempre la soglia dei +25°C ai 1500 metri, il valore che deve sempre dare il giusto Allarme. Teniamolo bene in mente!

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