La legge per la legalizzazione della Cannabis è in alto mare. La proposta normativa che vanta più firme in questa legislatura, infatti è ferma al palo, parcheggiata in Commissione. Difesa da chi cerca di portarla a casa, leggi Della Vedova e l’intergruppo a favore della legalizzazione della droga leggera, di cui è promotore, con 222 sostenitori – dal Pd ai Cinque Stelle -; attaccata (e sul punto di essere affondata) da chi è fortemente contrario: in particolare Forza Italia, i centristi cattolici e la Lega. Per Benedetto Della Vedova però “la fine del balletto voto sì, voto no, con la probabile propsettiva di una scadenza naturale della legislatura” può cambiare, di nuovo, le cose. “Dico a Renzi che le condizioni ci sono, per arrivare alla legge. Ma – aggiunge all’AdnKronos il sottosegretario agli Esteri – lasciamo da parte il governo e chiediamo che sia l’Aula a decidere“. “Renzi e il Pd non devono dire sì alla legalizzazione, ma consentano di arrivare in Aula al ddl, dando il via libera in Commissione“. “Consentiteci di votare – è l’appello di Della Vedova – se poi il Parlamento dirà no, ne prenderemo atto. Ma se non si farà in questa legislatura, sono certo che è una cosa che faremo, prima o poi, tutti in Europa“. Non nutre molte speranza di vedere approvata la legge sulle droghe leggere il senatore del Pd, Luigi Manconi, tra i più attivi dell’Intergruppo. Che all’AdnKronos sottolinea come “le parole del segretario Renzi, abbiano, di fatto, affossato la legge“. Per Manconi è bizzarro che il leader del Pd, parlando delle priorità del governo Gentiloni, “abbia dichiarato che ‘quella sulla legalizzazione delle droghe leggere non è tra le riforme prioritarie, essendo materia controversa‘”. Il senatore fa notare come “altre riforme sono altrettanto controverse, come lo ius soli, che però vanno avanti“, mentre va detto che sulla cannabis “c’è una scelta politica dei partiti della maggioranza e della leadership democratica che chiude la porta alla legge”. Per Manconi si tratta di una “legge ragionevole, che come ha dichiarato la direzione nazionale antimafia potrebbe contribuire alla sicurezza e alla affermazione della legalità“, ma qualcuno “la considera non importante“. Dal fronte degli oppositori al disegno di legge, Paola Binetti, deputata Udc, dice all’AdnKronos di “prendere per buono quanto dichiarato da Renzi“. Ricordando che “il problema non è solo quello dei numeri che non ci sono” e “della legge che è divisiva“, ma di quanto prevede la norma, perché “la legalizzazione della cannabis significa decretare che non fa poi male e che non è pericolosa, al contrario di quanto sappiamo, cioè che è dannosa alla salute e che costituisce un trampolino per le droghe pesanti“. La legge, ricordando solo le misure principali, vorrebbe rendere legale il possesso fino a 15 grammi di marijuana nella propria abitazione, fino 5 all’esterno e la coltivazione fino a cinque piante nel proprio domicilio, restando invariate le pene per lo spaccio. Nel testo è, inoltre, prevista la possibilità per gruppi privati di formare ‘cannabis social club’, associazioni senza scopo di lucro, autorizzate a coltivare marijuana per uso degli stessi soci.