La decisione del presidente Donald Trump di ritirare gli Usa dall’accordo di Parigi sul clima potrebbe danneggiare le stesse proprietà del tycoon. Lo fa notare il World Economic Forum in un commento all’annuncio dato ieri da Trump: “il mancato rispetto da parte degli Usa degli impegni presi da Barack Obama e George Bush sulla riduzione dei gas a effetto serra, innescherà infatti una reazione a catena. Lo scenario peggiore è che gli Usa, secondo inquinatore mondiale e prima economia mondiale, emetteranno 3 miliardi di tonnellate in piu’ di anidride carbonica ogni anno e ad essere danneggiate dal riscaldamento globale non saranno solo le nazioni più povere, ma anche gli Usa.”
La National Oceanic and Atmospheric Administration prevede che ‘i livelli del mare saliranno fino a 3 piedi (circa 1 metro, ndr) in Miami entro il 2060. Entro la fine del secolo alcune delle 934.000 proprieta’ immobiliari esistenti in Florida, del valore di oltre 400 miliardi di dollari, rischiano di essere sommerse’. Tra queste, ironicamente, ci potrebbe essere anche Mar-a-Lago, la fastosa residenza-resort dove Trump è solito trascorrere i fine settimana. La (relativa) buona notizia è che “gli Usa non hanno bisogno dell’accordo sul clima per ridurre le emissioni: molti Stati e molte città hanno deciso in modo indipendente di fissare bassi limiti di anidride carbonica e molte aziende stanno già vedendo i benefici in termini di minori costi derivanti dal risparmio energetico e dall’uso di energie rinnovabili.”