Alla fine del Triassico, circa 201 milioni di anni fa si è verificato un raddoppio della CO2, provocando un riscaldamento globale di 4-6 gradi a sua volta all’origine dell’estinzione di oltre la metà dei generi animali e vegetali presenti all’epoca. Nello stesso periodo è avvenuta una delle più intense attività magmatiche della storia recente della Terra con magmi basaltici eruttati e intrusi nella crosta terrestre fra Europa, Africa, Nord e Sud America su una superficie di 10 milioni di km quadrati (circa equivalente alla superficie dell’Europa dagli Urali alla Spagna). Dallo studio intitolato “End-Triassic mass extinction started by intrusive CAMP activity” a cura di un gruppo internazionale di ricercatori tra cui Andrea Marzoli del Dipartimento di Geoscienze dell’Università di Padova, pubblicato dalla rivista scientifica Nature Communications lo scorso 31 maggio, si dimostra – scrive l’ateneo padovano in una nota – che l’inizio dell’evento di estinzione di massa è coinciso con l’inizio dell’evento magmatico.
“Nello studio – afferma il prof. Marzoli di Unipd – viene utilizzata la tecnica di datazione Uranio-Piombo sul minerale zircone. Questa tecnica permette di ottenere precisioni elevatissime, con errori analitici inferiori a 1/10000. Con i nuovi dati si delinea per la prima volta molto chiaramente che l’inizio dell’evento di estinzione di massa è coinciso con l’inizio dell’evento magmatico. In particolare sembra che il rilascio di gas serra avvenga per intrusione del magma nella crosta terrestre più superficiale dove sono presenti rocce sedimentarie ricche in carbonio. L’effetto di riscaldamento indotto dal magmatismo libera quindi il carbonio dalle rocce e induce un raddoppio della CO2 in atmosfera e un conseguente effetto serra. È interessante notare che per molti aspetti questo evento del record geologico assomiglia a quanto sta per avvenire nel nostro periodo geologico, il cosidetto Antropocene”.