In occasione del G7 Ambiente a Bologna, continuano a far parlare di sé gli Stati Uniti in seguito alla decisione del presidente Usa Donald Trump, di abbandonare l’accordo di Parigi sul clima. L’agenda dell’incontro prevedeva il confronto su una serie di questioni quali il mutamento climatico, lo sviluppo sostenibile e l’inquinamento dei mari. Scott Pruitt, direttore dell’Agenzia per la protezione dell’Ambiente Usa (Epa), ha tuttavia presenziato soltanto alla sessione mattutina dell’incontro, per poi rientrare negli Stati Uniti.
Secondo quanto comunicato da Patricia Espinosa, segretario esecutivo della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, Pruitt ha riferito ai suoi colleghi che gli Usa intendono proseguire sforzi tesi al contrasto dei mutamenti climatici, e ribadito che Washington punta a rinegoziare l’accordo di Parigi o un altro “i cui termini siano più equi nei confronti degli Stati Uniti”.
Secondo il ministro dell’Ambiente italiano, Luca Galletti, le posizioni “restano distanti”. Nei confronti di Washington forte criticità da parte del ministro dell’Ambiente tedesco, Barbara Hendricks, che in segno di aperta opposizione all’amministrazione presidenziale Usa venerdì ha incontrato il governatore della California, Jerry Brown, uno dei volti dell’ambientalismo politico statunitense.
Sotto la guida di Brown, lo Stato federato ha aggirato il governo federale Usa aderendo alla “Under 2 Coalition”, un gruppo di 175 Stati e città in tutto il mondo che si sono date l’obiettivo di limitare il riscaldamento globale a 2 gradi celsius entro la fine del secolo.