“Siamo lieti che il G7 ambiente, meno uno, gli Usa, abbia deciso di proseguire sulla strada dei trattati di Parigi ma, a nostro avviso, si fa tanto rumore per nulla”. Così Vincenzo Pepe presidente nazionale di FareAmbiente-Movimento ecologista europeo. “In Italia per esempio -spiega- si fa davvero poco in tal senso, il ministro Galletti non sembra impegnarsi più di tanto a favore della mobilità elettrica, sia pubblica, soprattutto, che privata”. “Il trasporto pubblico su gomma nei centri urbani -rileva Pepe- supera di gran lunga quello su ferro ed è in larghissima misura effettuato da mezzi con motori a scoppio in luogo di quelli a trazione elettrica; per quanto riguarda il settore privato invece, ricordo che in Italia sono state acquistate poco più di mille auto elettriche nel 2016 pari allo 0,07% del mercato nazionale a causa di costi alti, mancanza di incentivi e infrastrutture di ricarica insufficienti”.
Cifre, segnala, “ben al di sotto di quelle di Paesi come la Francia, l’Austria o la Norvegia”. “Sembra -aggiunge ancora Pepe- che i ministri italiani preferiscano propagandare le loro buone intenzioni piuttosto che agire nella direzione dei trattati firmati e sbandierati”. “Nel resto del mondo durante lo scoro anno, vi è stato un incremento del 40% nel mercato delle auto elettriche e gli Usa, tanto criticati per le recenti posizioni espresse in campo ambientale dal presidente Trump, sono il secondo mercato mondiale dopo la Cina”. “Ricordo che noi di FareAmbiente, nel nostro piccolo, siamo stati promotori di una proposta di Legge, presentata dall’allora deputato Agostino Ghiglia, poi approvata nel 2012 dal governo Monti e rimasta disattesa, che prevedeva incentivi per l’acquisto di tali tipologie di mezzi e nel 2015 promotori, grazie al deputato Oreste Pastorelli, di una proposta di Legge che prevede forti sgravi per l’acquisto di taxi elettrici ma giace dimenticata nei cassetti di montecitorio” afferma infine Pepe.