La più grande foresta dell’America Centrale è minacciata dai narcotrafficanti e da altre attività illecite. L’allarme giunge dagli esperti, secondo cui nei primi cinque mesi del 2017 ben 8mila incendi dolosi sono stati appiccati nelle Riserva della Biosfera Maya, in Guatemala, provocando la distruzione di ben 20mila ettari di territorio. Il polmone verde – un’area di 21.600 chilometri quadrati situata nel nord del Paese – oltre agli effetti negativi dei cambiamenti climatici, è costantemente eroso da agricoltori e allevatori, che puntano ad estendere le aree dedicate alle colture e al pascolo.
A questi si aggiungono anche coloro che sperano di ingrandire il parco archeologico nel bacino di Mirador. Ma il fenomeno più preoccupante è “l’alleanza” tra settori, che dà vita al gruppo dei “narcoranchers”. Lo denuncia Marcedonio Cortave, un agronomo locale che si batte per la difesa della Riserva da anni: “Alcune aziende – ha spiegato alla stampa locale – fanno figurare i guadagni del traffico della droga come profitti ottenuti dai propri allevamenti”, d’accordo con i trafficanti, in modo da tenere queste attività illecite nascoste alle autorità. Per questo “gli incendi hanno origine dolosa”, e si stanno moltiplicando “per distruggere le risorse naturali e ottenere la terra”.