Incendi Portogallo, situazione ancora drammatica: il rogo non si ferma, ed è giallo su un Canadair precipitato

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E’ di nuovo dramma in Portogallo, dove a fine pomeriggio si è sparsa la notizia, poi smentita, che un Canadair impegnato nella lotta contro gli incendi nel centro del Paese è caduto e le fiamme hanno ripreso vigore, mentre monta al polemica sulla “strada della morte”. L’incendio è ripartito bruscamente nella regione di Pedrogao Grande, dove era cominciato sabato. La protezione civile ha inizialmente detto che un aereo Canadair era caduto nella zona a fine pomeriggio, ma poi il capo dell’agenzia ha precisato che tutti gli aerei sono all’opera contro le fiamme, tra cui due italiani, sono stati contatatti. Intanto 27 villaggi del comune di Gois, a nord della zona dell’incendio, sono stati evacuati, altri 13 all’est di Pedrogao Grande. “Abbiamo una situazione grave che potrebbe diventare gravissima” ha scritto nll’ordine di evacuazioen la sindaca di Gois, Lurdes Castanheira, che teme che le fiamme “minaccino la popolazione”. “Purtroppo ci sono persone che si ostinano a restare a casa loro, sostenendo di avere tubi per l’irrigazione e acqua. non si rendono conto di quel che è successo a Pedrogao Grande” ha detto la sindaca. In totale le vittime degli incendi del weekend sono 64, con 157 feriti, di cui sette gravi. Intanto monta la polemica su ciò che è accaduto sulla strada N236. Il premier Antonio Costa ha chiesto “spiegazioni immediate” del motivo per cui la strada N236 “non sia stata chiusa al traffico” e perchè sia stata segnalata dai gendarmi come strada alternativa dopo la chiusura di un’altra arteria delle vicinanze. Sulla N236, che i media hanno soprannominato la “strada della morte” o la “strada dell’inferno”, sono morte 47 delle 64 vittime dell’incendio. Trenta persone sono bruciate all’interno delle auto, intrappolate dalle fiamme. Una sopravvissuta ha detto alla tv portoghese che i gendarmi li avevano deviati sulla N236 in alternativa alla vicina IC8, chiusa e usata dagli stessi gendarmi. “Quando siamo arrivati sulla IC8, ci hanno detto che non potevamo passare e ci hanno indirizzato sulla N236. Pensavamo che la strada fosse sicura ma non lo era” ha detto Maria de Fatima. “Non vedevamo nulla, neppure la strada, solo fiamme e pini che cadevano sulla strada”.

Costa ha chiesto anche spiegazioni sull’interruzione della rete di comunicazione dei servizi d’emergenza, che secondo la stampa locale è stata dovuta ai danni subiti dalle antenne per il calore degli incendi. Oggi ancora 1.150 pompieri e quasi 400 mezzi combattono ancora contro l’incendio, con l’aiuto degli aerei antincendio inviati anche da Italia, Francia e Spagna. Stasera sono in programma i funerali di sei delle vittime dei roghi, nei pressi delle aree colpite dalle fiamme. Tra la gente c’è rabbia e molti residenti dicono di non aver visto i pompieri prima di domenica, quando ormai il bilancio delle vittime era enorme. Crescono anche i sospetti che le pratiche di forestazione e un piano d’emergenza obsoleto abbiano contribuito al disastro. La stampa portoghese scrive che il piano antincendi non veniva rivisto da quattro anni e che ci sono stati problemi di comunicazione durante le operazioni di contenimento delle fiamme. Il quotidiano Publico scrive che il piano doveva essere rivisto ogni due anni, ma di recente il parlamento non l’ha ritenuto una priorità. L’esperto di cambiamento climatico Joao Camargo, in un’intervista a Politico, punta il dito sulle piantagioni su vasta scala di eucalipti, molto infiammabili. Inoltre lo spopolamento delle campagne fa sì che sempre meno persone puliscano i boschi dagli sterpi che alimentano gli incendi,ha detto l’esperto. “Non può essere colpa di nessuno” ha detto il capo del partito d’opposizione di destra Cds, Helder Amaral.

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