Una droga chiamata Internet, in grado di produrre reali cambiamenti fisiologici nelle persone. Succede ai web-dipendenti quando spengono la Rete: il cuore aumenta la frequenza dei suoi battiti, la pressione schizza in alto e cresce anche l’ansia. Sintomi interpretabili come una sorta di ‘sindrome di astinenza’ per gli esperti. La prima dimostrazione sperimentale dei cambiamenti nei sistemi fisiologici che seguono all’esposizione a Internet è in uno studio condotto sull’asse Gb-Italia e pubblicato su ‘Plos One’ da scienziati delle università di Swansea e di Milano. I ricercatori britannici e quelli della Statale hanno misurato a 144 ragazzi dai 18 ai 33 anni frequenza cardiaca e pressione sanguigna prima e dopo una breve sessione di Internet, ma anche l’ansia percepita e la dipendenza dalla Rete. I risultati hanno mostrato un aumento dell’attivazione del sistema nervoso autonomo alla chiusura della sessione online per chi utilizzava Internet in maniera problematica. Questo fenomeno si è accompagnato a un aumento delle sensazioni di ansia. Viceversa, non ci sono stati cambiamenti per i partecipanti che non hanno segnalato problemi di utilizzo del web. “Sappiamo che le persone dipendenti da Internet esperiscono ansia quando si disconnettono, ma ora possiamo vedere che questi effetti psicologici sono accompagnati da effettivi cambiamenti fisiologici“, sottolinea il coordinatore dello studio, Phil Reed dell’università di Swansea. Nel campione preso in considerazione, oltre il 40% ha mostrato problemi nell’utilizzo della Rete e su queste persone è stato rilevato un aumento medio del 3-4% della frequenza cardiaca e della pressione sanguigna, e in alcuni casi del doppio, immediatamente dopo la disconnessione dal web, rispetto alla fase prima della fruizione. Anche se questo fenomeno non costituisce una minaccia immediata alla vita – precisano gli esperti – tali cambiamenti possono essere associati a sentimenti di ansia e ad alterazioni del sistema ormonale che possono ridurre le risposte immunitarie. Lo studio ha anche suggerito che questi cambiamenti fisiologici e l’ansia portano a uno stato di ‘astinenza‘ come succede per molte sostanze quali alcol, cannabis, eroina. Uno stato che potrebbe essere responsabile della necessità per alcune persone di riconnettersi a Internet per ridurre queste sgradevoli sensazioni. “Un problema della percezione di cambiamenti fisiologici come l’aumento della frequenza cardiaca – spiega Lisa A. Osborne (Swansea University) – è che possono essere interpretati come qualcosa di fisicamente minaccioso, soprattutto da coloro che hanno un alto livello di ansia, e ciò può comportare ulteriore ansia, e quindi una maggiore necessità di ridurla“. L’uso della Rete, evidenziano gli autori, è sollecitato non solo dall’eccitazione a breve termine o dal piacere della tecnologia: l’eccessivo utilizzo può produrre cambiamenti fisiologici e psichici negativi che possono indurre le persone a riconnettersi, anche quando non vorrebbero. “I partecipanti al nostro studio – precisa Reed – hanno usato Internet in modo piuttosto tipico (social media e shopping), quindi confidiamo che questi risultati possano essere generalizzati. Tuttavia ci sono persone che usano Internet in altri modi, come i giocatori, forse per aumentare l’attivazione, e gli effetti del disconnettersi sulla loro fisiologia potrebbero essere diversi. Ciò è ancora da stabilire“. Se l’uso problematico di Internet “risulti essere una dipendenza che implica effetti di astinenza fisiologici e psicologici, o se sia più da riferirsi a compulsioni, è un argomento da approfondire – aggiunge Roberto Truzoli dell’ateneo milanese – ma questi risultati sembrano indicare che, per alcune persone, è molto probabile che ci si trovi di fronte a una dipendenza“. Non è la prima volta che gli scienziati si trovano a riflettere sull’impatto del web nella vita delle persone. Studi precedenti da parte di questo gruppo di ricerca e di altri team hanno evidenziato un incremento a breve termine dell’ansia percepita subito dopo essersi disconnessi e un aumento a lungo termine di depressione e solitudine, nonché riduzioni della massa corticale e della funzione immunitaria. “Lo sviluppo dei mezzi di comunicazione digitali sta alimentando l’aumento dell’utilizzo di Internet – riflette Reed – Oggi c’è evidenza degli effetti negativi dell’uso eccessivo della rete sulla psicologia, sulla neurologia, e ora, in questo studio, sulla fisiologia. Quindi, sarebbe opportuno un atteggiamento più responsabile nella commercializzazione di questi prodotti da parte delle aziende, come si fa ad esempio per i farmaci“. (AdnKronos)