L’ANAAO sulle formiche in Ospedale: “I malati hanno diritto alla dignità e alla cura”

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“Tra vax e no vax, carestia di risorse finanziarie, umane, strutturali, latitanza di atti di indirizzo per contratti e convenzioni, manine che modificano testi legislativi nel percorso tra Palazzo Chigi e Poligrafico dello stato, la sanità pubblica si avvia a un’altra estate di passione”. Lo afferma il segretario nazionale Anaao Assomed, Costantino Troise, che intervendo sul caso delle formiche nel letto di una paziente all’ospedale San Paolo di Napoli, sottolinea: “I malati hanno diritto alla dignità e alla cura”.

“La fotografia delle formiche ricoverate nello stesso letto di una paziente, stante la nota carenza e in attesa dei letti a castello già richiesti alla Consip, sta facendo il giro dei media – commenta Troise – ma, come altre dello stesso tenore, finirà bruciata nel giro di 48 ore. Domani il tran tran riprenderà come prima, nell’abulia generale dei politici, in tutte altre faccende affaccendati, nella stanchezza ripetitiva dei media, nel rito stanco delle task force ministeriali, esperte del dopo quanto ignare del prima”.

“A differenza di quanto successe per i malati a terra nel pronto soccorso di Nola, stavolta non si è aperta nemmeno la caccia al capro espiatorio. Ci stiamo, forse, abituando a tutto, anche alla sospensione dell’articolo 32 della Costituzione – rileva – per mancanza di governo del sistema sanitario, fisica come in Campania grazie alle ripicche tra partiti della stessa maggioranza, o di fatto, come in Calabria, teatro di una faida di tutti contro tutti”.

“La legge di bilancio è alla affannosa ricerca di risorse, non solo simboliche, per il Ccnl di 650.000 lavoratori della sanità, che continuano a tenere in piedi quello che resta della sanità pubblica. L’ultima chiamata per salvare il soldato Ssn dall’accerchiamento di assicurazioni e fondi sostitutivi. E per assicurare l’universalismo della tutela della Salute pubblica e la esigibilità piena del diritto alla Salute, insieme con migliori condizioni di lavoro per i medici ed i dirigenti sanitari, che non sono né abituati né rassegnati”.

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