Affaticamento, stress e abitudinarietà che portano il cervello a dare una falsa percezione delle azioni compiute. Potrebbe essere questa la causa del tragico errore fatto dalla mamma che ha dimenticato la figlioletta in macchina in provincia di Arezzo. Lo spiega la Presidente Eurodap, Associazione Europea Disturbi da Attacchi di Panico, Paola Vinciguerra, anche docente all’Università Ludes di Lugano: “lo stress è una condizione che, se non accompagnata da momenti di defatigamento, produce un’alterazione chimica in tutto il nostro corpo creando stati di depressione, ansia e anche malattie fisiche”.
Dunque, “la donna che ha dimenticato la sua bambina in macchina ha registrato nella sua mente il fatto di aver portato la figlia a scuola come qualcosa di accaduto, anche se in realtà non ha mai eseguito quell’azione. Il tutto avviene in una falsa percezione di azioni compiute perché preventivate; poi il cervello, in uno stato di stress, si sposta sull’azione immediatamente da compiere dopo. Ecco allora che possono verificarsi cose terribili e inaccettabili”.
“Sono fonti di stress – spiega Vinciguerra – cambiamenti importanti della propria vita che richiedono una reazione in breve tempo (come potrebbe essere un lutto), ma anche piccoli e grandi ostacoli quotidiani cioe’ quegli avvenimenti di tutti i giorni che necessitano di piccoli adattamenti o reazioni. Senza dimenticare quelle situazioni ripetitive che obbligano a cambiamenti prolungati nel tempo come, attualmente, la crisi economica, la precarietà lavorativa: situazioni che vengono vissute come una minaccia diretta, anche quando non lo sono, e che costringendo a vivere in stato di tensione continua. Colpa anche del vivere frenetico e compulsivo, governato oggi dal continuo ricorso alla tecnologia. Si fanno più cose contemporaneamente, si perde il contatto con la realtà, non si ascoltano né l’ambiente circostante ne’ se stessi e le emozioni che si provano”.
Per la psicoterapeuta “Viviamo una sorta di social jet-lag, cioè c’è distanza tra il nostro ritmo di vita e quello che la nostra fisiologia richiederebbe. Il nostro cervello, infatti, è una macchina più lenta di quello che pensiamo, come è lento il ragionamento che ci permette di comprendere e metabolizzare gli eventi, consentendoci di neutralizzarli e proteggendoci dallo stress”.