Marte: possibili forme di vita nel lago del cratere Gale

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Un lungo lago nel lontano passato di Marte avrebbe fornito stabili condizioni ambientali, differenti da una parte all’altra del lago, ma capaci di favorire l’esistenza di diverse tipologie di microbi. Questo il risultato, pubblicato su Science, dell’analisi dei dati dei primi tre anni e mezzo della missione Curiosity della NASA.

Già in precedenza diversi studi avevano rivelato la presenza di un lago nel cratere di Gale più di tre miliardi di anni fa. Questo studio, però, identifica le condizioni chimiche esistenti utilizzando i molti dati raccolti da  Curiosity per determinare che il lago sia stato stratificato. Questo comporta differenze chimiche e fisiche assai diverse divergenti tra l’acqua profonda e l’acqua poco profonda. Nel lago di Gale – spiega l’Agenzia Spaziale Italiana – l’acqua superficiale era più ricca di ossidanti dell’acqua più profonda.

Questi erano ambienti molto diversi e coesistenti nello stesso lago”, spiega Joel Hurowitz dell’Università di Stony Brook, New York, principale autore dello studio, “il tipo di stratificazione che abbiamo riscontrato è  caratteristica comune dei laghi sulla Terra. La diversità degli ambienti in questo lago marziano avrebbe fornito molteplici opportunità per sopravvivere a diversi tipi di microbi, tra cui quelli che prosperano in condizioni ricche di ossidanti, coloro che prosperano in condizioni di povertà ossidanti e coloro che abitano condizioni intermedie tra queste impostazioni”.

Se Marte abbia mai ospitato o ospiti forme di vita, ancora non è dato saperlo, e molto si spera con la missione ExoMars per dare risposta a questo quesito, ma è certo che determinare la possibile presenza passata o presente di vita, inizia col definirne gli ambienti dove potrebbe o meno prosperare.

L’obiettivo primario, infatti, del rover Curiosity, da quando è atterrato nel cratere di Gale Crater nel 2012, è stato quello di determinare se Marte abbia mai offerto condizioni ambientali favorevoli alla vita microbica.

Nell’analizzare il Monte Sharp all’interno del cratere, Curiosity registrava diverse stratificazioni man mano che saliva, con elementi chimici e minerali diversi, che i ricercatori hanno cercato di capire dipendessero dal passare del tempo o differenziassero per luogo.

Alla fine i dati sono stati convincenti nel proporre l’idea di un lago stratificato che si differenziasse nella sua composizione da dove si trovava l’acqua profonda e quella poco profonda. Non solo, ma i ricercatori hanno anche evidenziato la variazione delle condizioni climatiche a breve termine, nell’ambito di quelle a lungo termine che ci hanno consegnato il pianeta rosso come lo conosciamo oggi.

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