La tensione sale tra gli studenti che tra meno di venti giorni si troveranno a dover affrontare la prima prova scritta del fatidico esame di maturità. Sono 505.263 le studentesse e gli studenti iscritti all’Esame, fatti salvi gli esiti degli scrutini finali. Di questi oltre 488mila sono candidati interni. Più di 25mila sono le classi coinvolte e 12.675 le commissioni. Il primo appuntamento è mercoledì 21 giugno alle 8,30 con la prova scritta d’italiano, per una durata massima di 6 ore. Ad ogni maturando verrà consegnato un fascicolo contenente le tracce elaborate dal Miur e gli studenti potranno scegliere quale svolgere, tra analisi del testo, saggio breve, tema storico o tema di attualità, a seconda del proprio interesse, della conoscenza dell’argomento e della propria capacità di scrittura, analisi e rielaborazione dei documenti messi a disposizione dal Ministero dell’Istruzione. La seconda prova scritta, il 22 giugno sempre alle 8,30, è quella di indirizzo che cambia a seconda si tratti di istituti professionali, tecnici, scientifici e così via. Lo scopo della seconda prova è quello di accertare il possesso delle conoscenze specifiche del corso di studi frequentato dallo studente ed ha per oggetto una delle materie caratterizzanti il corso di studi. Significa quindi che la prova intende testare la preparazione dei ragazzi in una delle discipline che caratterizzano di più l’indirizzo di studio scelto. La durata è per tutti di 6 ore, tranne che per alcuni indirizzi come i licei musicali, coreutici e artistici, dove la prova può svolgersi in due o più giorni. La terza prova scritta, o Quizzone, in calendario lunedì 26 giugno alle 8,30, a differenza della prima e della seconda prova, non è ministeriale e, quindi, varia da scuola a scuola, anzi da classe a classe: la tipologia, la durata della prova, le discipline e i quesiti vengono decisi dalla commissione d’esame. Lo scopo della terza prova è quello di accertare le conoscenze, competenze e capacità acquisite dal maturando, nonché le capacità di utilizzare e integrare conoscenze e competenze relative alle materie dell’ultimo anno frequentato, anche ai fini di una produzione scritta, grafica o pratica. L’ultima grande prova dell’esame di Maturità è quella orale: un’interrogazione incrociata su più materie. E qui i maturandi vengono travolti dall’ondata d’ansia. Si svolge davanti a tutta la commissione: il maturando deve rispondere alle domande dei commissari interni, che lo conoscono, ma anche dei commissari esterni, che invece non lo conoscono. L’orale è suddiviso in tre momenti: l’esposizione della tesina, le domande dei commissari e la correzione delle prove scritte. La tesina o ”percorso pluridisciplinare” consiste in un testo scritto lungo in media una quindicina di pagine in cui viene illustrato un argomento centrale, a scelta libera, collegato a varie materie e ad altrettanti argomenti che hanno caratterizzato l’indirosso di studio. Al posto della tesina, se il maturando la considera troppo complicata, può essere elaborata una mappa concettuale, cioè uno schema che riporta graficamente il titolo del percorso d’esame e i collegamenti ai diversi argomenti. E per concludere la correzione delle tre prove scritte. I commissari mostreranno al maturando i compiti scritti, evidenziando eventuali errori. Verrà quindi data la possibilità al maturando di rimediare oralmente a ciò che è stato sbagliato. Come affrontare ‘La sfida all’Ok Corral’? L’esame di Maturità, quello di quest’anno tra l’altro l’ultimo con le vecchie regole perché dal prossimo anno si attua il nuovo sistema, va affrontato con serenità, cercando di controllare ansia e paura che possono bloccare la mente, non pensando a copiare se si tratta delle prove scritte, e ragionando e riflettendo per quanto riguarda l’orale. Tranquilli maturandi, non è l’ultimo esame: per ansia e paura c’è sempre tempo.