Cure garantite per tutti e la possibilità di guarigione sempre più alta, anche grazie a nuovi farmaci antivirali. Ma l’epatite C resta un’emergenza di salute pubblica (un milione di casi in Italia, di cui 300 mila diagnosticate, con la Campania prima regione per casi di virus, in alcune aree raggiunto il 12% rispetto al 3% nazionale), che richiede trattamenti personalizzati, cuciti addosso agli ammalati. E un approccio sinergico che associ trattamento dei pazienti e attività per promuovere la prevenzione e la diagnosi del sommerso, dalla carceri, ai Sert, ai centri di cura. Sono alcuni dei temi affrontati a Milano durante un incontro a Milano, in cui si è discusso dei passi in avanti compiuti nel trattamento della patologia, con l’introduzione di antivirali diretti (DAAs) ancora più potenti ed efficaci, tra cui la nuova combinazione di elbasvir, inibitore della proteasi NS5A del virus HCV, e grazoprevir, inibitore della proteasi NS3/4A, (prodotto da MSD) che ha ottenuto l’autorizzazione dell’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA), per il trattamento del virus dell’epatite C cronica Genotipo (GT) 1 o 4. Si tratta di una pillola da assumere una volta al giorno, senza restrizioni di cibo, per 12 settimane di trattamento nella maggior parte dei pazienti, senza ribavirina. Nel 95,8% dei casi riesce a eradicare il virus.
”I risultati ottenuti con i DAAs contro il virus HCV sono in generale molto buoni. Il risultato può tuttavia essere sempre meglio garantito da una terapia personalizzata, più adatta al singolo caso, il che rende utile poter disporre del maggior numero possibile di opzioni terapeutiche. Senza dimenticare che in Italia ”, ha spiegato durante il convegno Massimo Galli, Professore ordinario di Malattie infettive all’Università degli Studi di Milano. “Ma resta il problema delle patologie che possono peggiorare il quadro clinico dei pazienti con HCV, dalla cirrosi epatica all’infezione da HIV. Per questo motivo è necessaria una cautela particolare nella definizione della terapia – ha detto Stefano Fagiuoli, Direttore Unità Complessa di Gastroenterologia, Epatologia e Trapiantologia – ASST Papa Giovanni XXIII di Bergamo – l’epatite C colpisce circa l’1-2% della popolazione mondiale: circa 150 milioni di individui contagiati, è importante che l’AIFA abbia ridefinito i criteri di rimborsabilità dei farmaci innovativi per l’epatite C cronica, ampliando così le possibilità di accesso alle terapie di ultima generazione e attivando i Registri per il monitoraggio“.