La popolazione dei cinghiali in Toscana è in costante aumento e continua a mettere in crisi le attività agricole. “Gli ultrasuoni attualmente in fase sperimentale, non sono la soluzione ma solo un metodo come un altro per cercare di tenerli lontano da alcune attività”, afferma Francesco Miari Fulcis presidente di Confagricoltura Toscana.
Cinghiali caprioli e cervi, la cui popolazione è in continua crescita, devono infatti drasticamente diminuire di numero se si vuole proteggere veramente le produzioni agricole ed i boschi da una devastazione che tra pochi anni cambierà l’aspetto del paesaggio. Ogni anno infatti nascono oltre 350mila cinghiali a fronte di abbattimenti per circa 100mila.
Bernardo Gondi presidente della sezione ambiente territorio di Confagricoltura Toscana ritorna sul problema affermando inoltre che “la crisi idrica e il proliferare dei lupi stanno spingendo branchi di cinghiali verso le campagne coltivate e i laghetti per l’irrigazione dove distruggono ogni cosa trovino sul loro cammino. La situazione è diventata incontrollabile con rischio anche di importanti incidenti a privati cittadini. gli ultrasuoni in fase di sperimentazione potranno aiutare ad integrare le difese ma non sono la soluzione! L’unica soluzione è diminuire drasticamente la popolazione di questi devastatori arrivati negli ultimi 20 anni”.