Tumori, melanoma: “Asportare i linfonodi vicini non aumenta la sopravvivenza”

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Per i pazienti con melanoma nei quali si trovano cellule maligne nel linfonodo ‘sentinella’ non è necessario togliere anche i linfonodi vicini in quanto tale questa procedura aumenta il rischio di effetti avversi senza aumentare la sopravvivenza. Lo rivela uno studio internazionale a cui ha partecipato anche l’Istituto Pascale di Napoli, pubblicato dal New England journal of Medicine. I ricercatori hanno studiato circa 2mila pazienti, tutti con il linfonodo sentinella positivo, dividendoli in due gruppi.

Il primo gruppo è stato trattato con le consuete procedure che prevedono la rimozione immediata anche dei linfonodi circostanti, il secondo gruppo è stato monitorato con un’ecografia ogni sei mesi, e sottoposto all’asportazione solo in caso di esito positivo. La sopravvivenza è risultata identica nei due gruppi, ma nel primo si è avuto un tasso di effetti collaterali maggiore, dal gonfiore all’indurimento della pelle alle difficoltà di movimento.

“Abbiamo visto che in meno del 15% dei casi in realtà sarebbe necessaria l’asportazione di tutti i linfonodi – spiega Nicola Mozzillo, che ha diretto il gruppo napoletano che ha partecipato allo studio –. Applicare i risultati di questo studio al mondo reale porterebbe a una diminuzione considerevole degli interventi, risparmiando quindi al paziente effetti collaterali, conseguenze estetiche e psicologiche di un’operazione, e permettendo anche un utilizzo migliore delle risorse, visto che per il follow up i costi sono minimi”.

In Italia, spiega Mozzillo, sono circa 7mila i pazienti che sarebbero interessati, ma i numeri potrebbero crescere ulteriormente. “Lo studio è stato fatto per il melanoma – sottolinea l’esperto – ma lo stesso approccio è usato per molti altri tumori, a partire da quello della mammella, e stiamo cercando di verificare se si può applicare lo stesso principio. Questa e’ una rivoluzione per la chirurgia oncologica, da un approccio invasivo uguale per tutti ad una medicina di precisione tagliata sul paziente”.

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