Tumori: oltre 4 miliardi di euro spesi per i farmaci nel 2015, +7,1%

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Ben 4 miliardi e 175 milioni di euro. A tanto ammonta la spesa per i farmaci anti-cancro nel 2015 in Italia, con un incremento del 7,1% rispetto al 2014. A ricordare il dato sono gli specialisti dell’Associazione italiana di oncologia medica (Aiom), dal congresso Asco (Società americana di oncologia clinica) a Chicago. La spesa continua a correre, ma l’ultimo aumento registrato è stato inferiore rispetto al biennio precedente (+9,6%), quando si è passato da 3 miliardi e 557 milioni di euro (2013) a 3 miliardi e 899 milioni (2014). Gli oncologi italiani la rivendicano come “la dimostrazione di una crescente attenzione al valore dei trattamenti e alle esigenze di razionalizzazione delle risorse – sottolinea Stefania Gori, presidente eletto Aiom – Lo scorso ottobre è stato introdotto per la prima volta da parte del Governo un Fondo di 500 milioni di euro destinato ai farmaci oncologici innovativi“. Una decisione “importante – commenta – che rappresenta il punto di partenza per un ‘Patto contro il cancro’, che veda insieme Istituzioni e clinici. In questo modo potrà essere realizzata un’unica strategia che governi e promuova la lotta ai tumori dalla prevenzione agli screening, dalle terapie innovative alla riabilitazione e alle cure palliative fino alla ricerca. Un’unica strategia con un’unica regia di governo“. Oggi sono disponibili terapie sempre più efficaci, “molecole immuno-oncologiche e farmaci a bersaglio molecolare a cui il Fondo permetterà di garantire l’accesso in tutte le Regioni, dalla Valle d’Aosta alla Sicilia – spiega Carmine Pinto, presidente Aiom – Perché questo avvenga facilmente, è importante che i farmaci siano inseriti nel Fondo in aderenza ai criteri di innovatività elaborati recentemente dall’Aifa“. “La gestione del Fondo, inoltre, dovrebbe essere attribuita all’agenzia regolatoria e vi potranno accedere a fine anno le Regioni sulla base dei volumi di spesa per farmaco. Meccanismi semplici, ma soprattutto univoci e trasparenti“, conclude.

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