Tumori: scoperti “messaggi in bottiglia” che aiutano il cancro a crescere

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Scoperti i ‘messaggi in bottiglia’ di cui si serve il tumore per crescere, sfuggendo alle cure. Le cellule del cancro del colon retto rilasciano delle vescicole, chiamate esosomi, che, influenzano le cellule circostanti anche sane, facendole ammalare a loro volta. Un meccanismo individuato dai ricercatori dell’Istituto di patologia generale della Facoltà di Medicina e chirurgia dell’Università Cattolica di Roma, con uno Studio pubblicato sull”American Journal of Pathology’, rivista ufficiale della American Society for Investigative Pathology. L’equipe ha valutato l’effetto della somministrazione degli esosomi emessi da cellule di cancro del colon retto su cellule recipienti normali e tumorali. “Lo Studio – spiegano i ricercatori – ha permesso di formulare un’ipotesi: gli esosomi rilasciati dalle cellule tumorali sarebbero in grado di influenzare la migrazione e la proliferazione delle cellule circostanti“. Come? Si servono di modifiche chimiche di molecole cruciali nella tumorigenesi e cambiamenti nell’attività di geni che regolano il movimento delle cellule e la loro interazione con l’ambiente extracellulare. Gli esperti si sono concentrati sul ruolo di queste vescicole, gli esosomi, quando sono rilasciate da cellule di cancro del colon trattate in provetta con farmaci in grado di renderle un “po’ più normali“, riducendone il potenziale patologico. Si è visto che in risposta a questi farmaci cosiddetti “differenziativi”, le cellule rilasciano vescicole contenenti messaggeri chimici che influenzano le cellule circostanti, anche quelle sane. Se queste osservazioni saranno confermate e si riusciranno a comprendere i meccanismi molecolari coinvolti, gli esosomi potrebbero diventare degli utili bersagli per nuove terapie mirate a bloccare lo sviluppo dei tumori, evidenziano i ricercatori. Prima autrice dello studio, sostenuto in parte dall’Associazione per la ricerca sul cancro (Airc), è Donatella Lucchetti, borsista Airc che lavora a Roma nell’Istituto di patologia generale della Cattolica, sotto la supervisione di Alessandro Sgambato, ordinario di Patologia generale, e di Ruggero De Maria, direttore dell’Istituto di patologia generale.

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