Il tasso di mortalità dovuto all’epidemia del colera in Yemen è passato allo 0,6%, dimezzandosi rispetto all’1,7% registrato all’inizio di maggio. Ma l’allarme resta comunque alto. Lo ha riferito Ahmed Zouiten, consigliere dell’Organizzazione mondiale della Sanità (Oms), attribuendone il merito all’intervento nel Paese degli operatori sanitari. Anche i casi di colera sono diminuiti negli ultimi giorni, passando da una media di 41mila nelle scorse settimane a 39mila. Ma, secondo Zouiten, citato dal quotidiano al-Ahram, la segnalazione dei casi nell’ultima settimana potrebbe essere incompleta a causa delle celebrazioni dell’Eid el-Fitr, la festa che sancisce la fine del digiuno del mese di Ramadan. Per Zoiyen, inoltre, il numero totale dei casi potrebbe addirittura raddoppiare prima che l’epidemia si estingua. Secondo i dati dell’agenzia dell’Onu per la salute, dallo scorso 27 aprile 1400 persone sono morte di colera, mentre sono stati registrati 219mila casi sospetti. La guerra, che da più di due anni vede scontrarsi le forze sciite degli Huthi e quelle leali al governo di Abd Rabbuh Mansur Hadi, ha portato al collasso delle infrastrutture nel Paese, creando “la ‘tempesta perfetta'” per la nascita e l’espansione del colera, ha spiegato Zouiten. Inoltre 17 milioni di persone vivono in condizioni di insicurezza alimentare e fra queste circa 7 milioni soffrono la fame in forma grave, secondo la direttrice esecutiva del World Food Programme (Wfp), Ertharin Cousin, che ha visitato lo Yemen lo scorso marzo.