Hanno pedalato per 1000 km, da Bergamo ad Alberobello, percorrendo 100 km al giorno con l’obiettivo di raccontare l’agricoltura biologica italiana in un documentario, “The green wire” (il filo verde) che sarà presentato a ottobre. In bicicletta lungo la Penisola, Alfredo Amadori, Sergio D’Adda e Alessandro Pagnoncelli hanno incontrato tante realtà, come la prima azienda biologica italiana, la Girolomoni, il Frantoio Galantino e la cooperativa Pietra di Scarto, a Cerignola, che dal 2010 gestisce tre ettari di terreni confiscati alle mafie e porta avanti da tempo progetti con l’associazione Libera. All’apicoltura Casa Pietra, a Salsomaggiore, i tre hanno visto da vicino l’emergenza della situazione del clima e dell’effetto sulle api. A Bologna hanno conosciuto il Gas BorgoMondo, gruppo di acquisto solidale composto da 50 famiglie che decidono di comprare biologico, durante una visita ai mercati del progetto “Genuino Clandestino”. Nel Podere Roccolo di Rimini hanno visto l’importanza della vendita diretta. Una tappa importante è stata l’azienda Girolomoni, a Isola del Piano (Pesaro-Urbino), nata nel 1971 e che esporta in 23 Paesi del mondo. Il lago nella Valle, di Monte San Vito, è stata l’occasione per parlare con Paolo Guglielmi, rappresentante della Coldiretti, che organizza diverse attività per avviare i giovani all’agricoltura, guidandoli nei primi passi nell’avvio di un’azienda agricola ma anche proponendo attività particolari come addii al nubilato a tema agricolo con le future spose che, per un giorno, vestono i panni delle contadine. Proseguendo nel viaggio, i tre ciclisti hanno assaggiato lo zafferano dell’azienda Delicious Nature, coltivato da due coniugi olandesi che 7 anni fa hanno abbandonato una vita agiata per entrare in contatto con la natura, trasferendosi tra le colline di Ascoli Piceno. A Ortona hanno conosciuto Alfredo D’Eusanio, tra i pochi in Italia a sfruttare i principi della genodica, che consiste nell’utilizzare la musica per far crescere meglio le piante. A Termoli è stata invece la volta della scoperta della biodinamica, pratica agricola che si intreccia alla filosofia di Rudolf Steiner, basandosi sui ritmi della natura. Verso la fine del viaggio, i tre ciclisti hanno ascoltato i racconti della cooperativa Pietra di Scarto, che a Cerignola gestisce terreni confiscati alle mafie. Le tappe conclusive si sono svolte al Frantoio Galantino, a Bisceglie, che esporta in 40 Paesi oli con varie caratteristiche, e alla Masseria Torricella ad Alberobello, dove si è parlato della recente riscoperta del turismo legato all’agricoltura. All’opera per la realizzazione del documentario sono tutti giovani tra i 20 e i 30 anni. Simone Marchi e Beatrice Sancinelli alle riprese. Michele Loreti è il tecnico del suono. Collaboreranno alla post produzione il fumettista Marco Locati e la scrittrice Gisella Laterza.
Agricoltura: 1000 km in bici per raccontare il “bio” italiano in un documentario
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