Sono numerosi gli iceberg che ogni anno si staccano dai ghiacciai dell’Antartide, ma la maggior parte hanno dimensioni contenute. Ecco quelli da record, di dimensioni eccezionali. Il più grande che si ricordi ha un’estensione stimata in 31.000 chilometri quadrati ed era stato avvistato nel 1956 nel Mare di Ross da una nave americana. Misure precise sono state possibili solo con l’arrivo delle immagini riprese dai satelliti.
Il più grande iceberg nato in Antartide negli ultimi 30 anni presenta un’area di 11.000 chilometri quadrati, si chiama B-15 e nel 2000 si è staccato dal ghiacciaio Drygalski. Nel 1998 fu la volta dell’iceberg A38, con un’estensione di 6.900 chilometri quadrati, staccato dalla lingua del ghiacciaio Filchner-Ronne.
L’ultimo arrivato, l’iceberg A68 nato dalla frattura della piattaforma Larsen C, si colloca al quarto posto nella classifica dei grandi iceberg antartici: ha una superficie di 5.800 chilometri quadrati e uno spessore di 200 metri che emerge dalla superficie dell’oceano per circa 30 metri: “l’acqua che contiene è pari a tre volte quella del lago di Garda ed equivale all’acqua consumata in media nel mondo in cinque anni”, ha osservato Massimo Frezzotti, glaciologo dell’Enea e presidente del Comitato glaciologico italiano.
Seguono, per estensione, il C19, con un’area di 5.500 chilometri quadrati, nato nel 2002 dalla piattaforma di ghiaccio Ross, e poi il B9, con una superficie di 5.390 chilometri quadrati, nato nel 1987 dalla lingua del ghiacciaio Mertz. Di dimensioni più ridotte il B15A, con un’area di 3.100 chilometri quadrati, staccatosi nel 2003 dalla rottura del B15, in seguito si è probabilmente rotto in iceberg minori. Il B31, con un’area di 660 chilometri quadrati, si è staccato nel 2013 dal ghiaccio di Pine Island.