Elettricità, biometano e calore. Grazie ad un unico settore delle rinnovabili: il biogas. Oltre alla potenza elettrica installata di circa 1200 MW attualmente garantita da più di 1500 impianti a biogas presenti sul territorio italiano, con l’approvazione imminente di un nuovo decreto, il settore della digestione anaerobica potrebbe dar vita a una promettente produzione di biometano: il testo prevede un target al 2022 di 1 miliardo di metri cubi di biometano, sufficiente ad alimentare l’attuale parco di veicoli a gas naturale, mentre la produzione potenziale potrebbe spingersi fino a un massimo di 8 miliardi di metri cubi entro il 2030. Sono gli argomenti portati dal Consorzio Italiano Biogas ai cinque giorni di Ecofuturo, il festival delle ecotecnologie e dell’autocostruzione, sviluppatosi attorno all’impegno ecologista di Jacopo Fo, Fabio Roggiolani e Michele Dotti, che si è appena concluso a Padova al Fenice Green Energy Park.
“Il biogas ha cambiato profondamente il paradigma dell’agricoltura tradizionale, rendendola più sensibile ai temi della sostenibilità e attribuendole un nuovo ruolo nel contrasto ai cambiamenti climatici. La digestione anaerobica è qualcosa che va oltre la semplice produzione di bioenergie: è un’innovazione in grado di rendere l’agricoltura più innovativa intensificando le produzioni alimentari e assolvendo al contempo le nuove aspettative di tutela ambientale e sociale“, sottolinea Piero Gattoni, presidente del Cib.
“Al fine di sfruttare il grande potenziale del biogas – spiega ancora Gattoni – si deve immaginare uno sviluppo che ne esalti le peculiarità di flessibilità e programmabilitá. Nel dibattito sulla strategia Energetica Nazionale la digestione anaerobica merita un suo capitolo specifico, che segni una traiettoria in grado di supportare la produzione di biometano per i trasporti, per il greening della rete del gas e per la cogenerazione, fino allo sviluppo di tecnologie innovative come il power to gas, in grado di convertire la produzione di elettricità in esubero in gas naturale. Per realizzare questi vantaggi è fondamentale salvaguardare il parco a biogas elettrico dalla fase di uscita dagli incentivi prevista tra il 2022 e il 2027, in aggiunta alla nuova piattaforma di sostegno per il biometano“.
A Ecofuturo sono state illustrate la possibilità di intervento in tempi rapidi sull’abbattimento delle emissioni inquinanti del trasporto pesante: camion, trattori ma anche navi: attraverso tecniche di conversione degli attuali motori diesel in motori dual-fuel con utilizzo di biometano liquido – spiega il Cib – sarebbe possibile ridurre drasticamente l’impatto ambientale del trasporto pesante senza la necessità di rinnovare il parco mezzi esistente.
“Il settore del biogas – conclude Gattoni – deve lavorare insieme a quello della mobilità elettrica. La sinergia è fondamentale per massimizzare i risultati attesi“. (AdnKronos)