Contrasto alla siccità: presentati i primi 218 progetti del piano nazionale degli invasi

MeteoWeb

“Come sempre, prevenire è meglio che curare: se avessimo già investito i circa 3 miliardi di euro necessari per i primi 218 interventi da noi progettati  nella proposta di Piano Nazionale degli Invasi, avremmo evitato buona parte dei  5 miliardi di danni all’agricoltura, registrati in poche settimane”: è  stringente la sequenza logica di Francesco Vincenzi, Presidente dell’Associazione Nazionale dei Consorzi per la Gestione e la Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue (ANBI), in relazione all’avvenuta presentazione  a Roma, unitamente alla Struttura di Missione #italiasicura presso la Presidenza del Consiglio (rappresentata dal coordinatore, Erasmo D’Angelis), di  218 progetti di invasi e per il recupero della risorsa idrica, interessanti 17 regioni.

“D’altronde – chiosa Massimo Gargano, Direttore Generale di ANBI –  tratteniamo solo l’11% degli oltre 3 miliardi di metri cubi di pioggia, che annualmente cadono sull’Italia. Ora, i cambiamenti climatici e le differenti modalità degli eventi atmosferici, più violenti e concentrati nel tempo e nello spazio, obbligano a nuove scelte infrastrutturali, soprattutto al CentroNord, fin qui abituato ad un clima mediterraneo, che ormai non esiste più.”

I progetti presentati dai Consorzi di bonifica sono perlopiù definitivi ed esecutivi, pronti quindi per essere finanziati; il maggior numero di proposte (73, tra cui un bacino sul torrente Astico, nel vicentino) interessa il Veneto, ma è la Calabria, la regione, che abbisogna di maggiori investimenti (527 milioni di euro, tra cui il completamento della diga sul Melito, nel catanzarese).

Per avviare l’iter di questa grande programmazione infrastrutturale a servizio del Paese, la Struttura di Missione #italiasicura inizierà, la settimana prossima, una serie di incontri con i ministeri competenti, in vista della prossima Legge di Stabilità.  L’obbiettivo è individuare, nel cosiddetto Fondo per gli  Investimenti (comprensivo anche delle infrastrutture relative alla rete idrica e alle opere di collettamento), quote di finanziamento pluriennale anche facendo ricorso a finanziamenti comunitari (Banca europea per gli investimenti, Banca di sviluppo del Consiglio d’Europa); affiancherebbero la costituzione di un fondo “a rotazione” per il finanziamento delle progettazioni.  Si stima che, per evitare il ripetersi di crisi idriche penalizzanti il settore del “made in Italy agroalimentare” (267 miliardi di produzione, 38 miliardi di export, 3.300.000 occupati), l’Italia necessiti di circa 2.000 invasi medio-piccoli, collinari e di pianura, i cui 20 miliardi di investimento rientrerebbero in un piano ventennale di finanziamento.

Condividi