Oltre 400 tonnellate di rifornimenti sanitari salvavita. Sono i ‘rinforzi’ inviati dall’Organizzazione mondiale della sanità in Yemen per aiutare il Paese in un momento particolarmente difficile in cui sta fronteggiando quella che l’Unicef ha definito nei giorni scorsi la “peggiore epidemia di colera al mondo“, con un bimbo colpito ogni minuto da diarrea acuta acquosa. Nella spedizione 20 ambulanze, 100 kit per la patologia, attrezzature ospedaliere e 128 mila sacchetti di liquidi endovenosi: sono solo alcune delle forniture arrivate a Hodeida venerdì scorso. Ulteriori 10 ambulanze erano state inviate attraverso il porto di Aden 3 settimane fa e altre 10 arriveranno nelle prossime settimane. “Avevamo bisogno di una nave speciale per trasportarle e fortunatamente ne abbiamo trovata una nella regione“, spiega Nevio Zagaria, rappresentante dell’Oms in Yemen. “E’ enorme, come lo sono anche le esigenze del Paese” in questo momento. “Le persone stanno morendo in Yemen proprio ora perché non possono accedere all’assistenza sanitaria“, sottolinea. “Così abbiamo caricato il maggior numero possibile di materiali, tra cui alcuni articoli di nutrizione terapeutica che la nostra ‘agenzia sorella’, l’Unicef, utilizzerà per i bambini affetti da malnutrizione“. L’Oms evidenzia le difficoltà che si stanno affrontando per mettere a disposizione delle persone vulnerabili le necessarie forniture mediche. In un Paese con un conflitto attivo, infrastrutture portuali danneggiate e difficoltà logistiche che ostacolano l’accesso. Il flusso di farmaci, riferiscono gli esperti, è crollato diminuendo di oltre il 70%. “L’esempio più evidente dell’incapacità del sistema sanitario di rispondere alle esigenze della popolazione – evidenzia Zagaria – è l’epidemia di colera in corso che ha portato alla morte di 1.500 yemeniti in poco più di 2 mesi“. Ma in Yemen, ricorda, si muore anche “di polmonite infantile, malaria, complicanze legate al parto, alta pressione sanguigna e diabete“, tutto per il “mancato accesso ai trattamenti“. I medicinali e le attrezzature consegnati “potranno salvare vite umane“. La spedizione ha ricevuto il sostegno di diversi organismi, da Emirates Red Crescent al Department for International Development del Regno Unito, dal Central Emergency Response Fund delle Nazioni Unite alla Banca mondiale.